Regione Emilia-Romagna: Richetti e Bonaccini indagati

La Procura della Repubblica di Bologna ha iscritto Matteo Richetti, nell’ambito dell’inchiesta sulle “spese pazze” in regione, nel registro degli indagati. A carico di Matteo Richetti, renziano della prima ora, deputato ed ex presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, ritiratosi dalla corsa alle primarie PD dell’Emilia-Romagna, ci sarebbe la contestazione sull’uso scorretto delle auto blu nel periodo di presidenza del Consiglio regionale.

Da due anni la procura di Bologna indaga sulle spese dei consiglieri regionali. Un’inchiesta che vede già nel mirino nove capigruppo della Regione, di ogni colore politico, e che ora si è allargata anche ad altri consiglieri. L’indagine “spese pazze” ha preso di mira le spese effettuate dai gruppi consiliari regionali tra il 2010 e il 2011.

Matteo Richetti ha motivato il ritiro dalle primarie come una scelta personale. L’avvocato del deputato Pd, Bottiglioni precisa che “la scelta di ritirarsi dalle primarie prescinde dall’esistenza dell’iscrizione sul registro degli indagati. È stata, da parte di Richetti, una valutazione politica”.

Anche Stefano Bonaccini, bersaniano prima e nello staff di Renzi dopo, nonché candidato alle primarie PD alla regione Emilia-Romagna, entra nell’inchiesta portata avanti dalla procura di Bologna. “Ho appreso poco fa che la procura sta svolgendo accertamenti anche sul mio conto e ho già comunicato, attraverso il mio legale professor Manes, di essere formalmente a disposizione per chiarire ogni eventuale addebito” afferma Bonaccini,

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