Bologna, nasce la metropoli. Ma con 50 milioni di ‘rosso’

Con qualche astensione (Granaglione) e diverse assenze (tra cui quella ‘pesante’ di Crevalcore), i sindaci del bolognese hanno approvato definitivamente questo pomeriggio lo statuto della Città metropolitana, che dunque dal primo gennaio sarà in campo a tutti gli effetti. Ma la nascita del nuovo ente, per usare le parole del sindaco metropolitano Virginio Merola, rischia di essere “compromessa” dai tagli della legge di Stabilità. Ad oggi la metropoli ha già un ‘buco’ di 50 milioni di euro, una situazione “non sostenibile” per cui “da gennaio dovremo tornare a parlarne col Governo”, come sottolinea lo stesso Merola aprendo la votazione conclusiva a Palazzo Malvezzi.

A rendere ancora più complicata la situazione c’è la sorte incerta di 270 dipendenti della ex Provincia. “Una delle più grosse crisi aziendali del nostro territorio”, la definisce Lorenzo Minganti (Minerbio), che ha presentato ai colleghi l’odg poi approvato all’unanimità dal ‘parlamentino’ dei sindaci per denunciare la situazione.

Merola però non si arrende. “Abbiamo aspettato per 20 anni, non mi voglio arrendere sul fatto che la Città metropolitana debba nascere male. A gennaio- annuncia- assegnerò le deleghe nel Consiglio metropolitano”. Gennaio sarà un mese decisivo anche per il braccio di ferro con la Regione di Stefano Bonaccini per le funzioni da assegnare al nuovo ente.

Intanto, oggi a Palazzo Malvezzi Beatrice Draghetti ha tenuto la sua ultima giunta, con la proroga della struttura organizzativa dell’ente (dirigenti compresi) fino a fine gennaio per garantire la “continuità dei servizi”. I termini previsti dalla legge “non sono stati rispettati” e si sono creati “ritardi nella definizione del processo”, come sottolinea la delibera della Provincia. “Quando le norme in vigore sono deficitarie – afferma Draghetti – è importante fare di tutto per compensare una situazione sfavorevole, che danneggerebbe l’erogazione dei servizi e la sicurezza dei cittadini”. La giunta uscente ha inoltre molti accordi e convenzioni in scadenza, “fondamentali per il proseguimento di servizi e attività”.

Draghetti ha rivolto anche un ultimo saluto ai dipendenti. “Desidero nuovamente ringraziare tutte le persone con cui abbiamo collaborato in questi dieci anni”, si legge in una nota. “Innanzitutto il personale della Provincia che, anche a causa dei motivi descritti qui sopra, vive in questo periodo uno dei passaggi più critici della propria storia: una stretta che speriamo si possa chiarire, trovando soluzioni positive”.

Agenzia Dire – www.dire.it

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