Regione. Bonaccini apre le porte ai privati, pure in sanità

Porte spalancate al privato non solo nella gestione dei servizi sociali, ma anche in sanità. È la svolta (una vera rivoluzione per l’Emilia-Romagna) che ha in cantiere la nuova Giunta regionale, guidata dal presidente Stefano Bonaccini. “Bisogna arrivare a un pubblico che controlla di più e un privato che gestisce di più – è la sintesi del governatore – dobbiamo andare oltre le ideologie”. E la sua vice, Elisabetta Gualmini, aggiunge: “Il welfare si sostiene solo col privato, lo dico da 15 anni. Senza il privato si muore, quindi è una via obbligata”. Ma la vera novità riguarderebbe la sanità, dove “una vera integrazione del privato non c’è mai stata – sottolinea l’assessore regionale Sergio Venturi – siamo fermi a 30 anni fa”. Anzi, finora il privato “ha sempre avuto una funzione ancillare” rispetto al pubblico, occupandosi di “servizi non di pregio, come la lungodegenza”, o di “servizi alberghieri nelle strutture sanitarie”.

Ora invece è tempo di cambiare, prepara il terreno Venturi, di “definire un nuovo patto con tutti gli attori coinvolti”, cercando di “capire dove il privato si può inserire” e studiando “forme di integrazione”. Venturi pensa ad esempio all’ipotesi di spingere i medici di famiglia verso “forme associative, come gli avvocati. Ma siamo appena all’inizio, ci sono ancora tanti passi da fare”. Il primo, manda a dire l’assessore, è “superare pregiudizi e ideologie. Il presupposto ideologico ha fatto danni – sostiene Sergio Venturi – in passato ci sono state posizioni, anche del sindacato, che hanno reso difficile questo dibattito”. Di questo si è parlato lo scorso 12 febbraio in Sala Borsa a Bologna, in un convegno sul ruolo del privato nel welfare organizzato da Unipol e Censis.

Agenzia Dire – www.dire.it

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