L’Oriente fra Storia e Archeologia: quinto incontro a Calderara

L’Oriente fra Storia e Archeologia – ciclo di conferenze sull’Oriente Antico

A cura del Gruppo Archeologico Storico Ambientale, Museo Archeologico Ambientale, con la partecipazione e il patrocinio di: Comune di Anzola dell’Emilia, Comune di Calderara di Reno, Comune di Crevalcore, Comune di San Giovanni in Persiceto, Comune di Sant’Agata Bolognese, Partecipanza Agraria di Sant’Agata Bolognese, Consorzio dei Partecipanti di San Giovanni in Persiceto, Museo del Cielo e della Terra.

Il Gruppo Archeologico Storico Ambientale (G.A.S.A.) e il Museo Archeologico Ambientale propongono un ciclo di conferenze per approfondire l’Oriente antico. Negli 8 incontri saranno affrontate diverse tematiche che spaziano dall’archeologia alla storia, alla religione e alle scienze.
Le conferenze saranno tenute da ricercatori, docenti e studiosi afferenti a varie Istituzioni ed Università italiane e si svolgeranno in diverse sedi dei Comuni di Terred’Acqua in un periodo compreso fra marzo e maggio 2017.
A chi ne farà richiesta, verrà rilasciato un attestato di partecipazione valido sia per la formazione obbligatoria dei docenti (Direttiva Ministeriale 170/2016 – art. 1, comma 5) sia per l’eventuale riconoscimento di crediti formativi per gli studenti.
Per ogni conferenza verranno riconosciute 2 ore di formazione.
È gradita la preiscrizione alla segreteria del Museo.


27 aprile 2017 ore 21,00
presso il Museo Archeologico Ambientale – sede di Calderara di Reno, via Roma, 12
c/o Centro Civico Spazio Reno

Iasos in Caria (Asia Minore): un cinquantennio di lavori della Missione Archeologica Italiana

Iasos, città posta sulle coste dell’Asia Minore (oggi Turchia), precisamente in Caria, tra Efeso ed Alicarnasso, per più di 50 anni è stata oggetto degli scavi e delle ricerche della Missione Archeologica Italiana che Doro Levi (allora direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene) avviò nel 1960.
L’insediamento umano, documentato a partire dal Calcolitico, giunge all’età ottomana, alternando periodi di prosperità a fasi di recessione. È dal VII-VI secolo a. C. che, con evidenze più estese rispetto a quelle dell’Età del Medio e Tardo Bronzo, le strutture della polis cario-greca, poi romana, poi bizantina continuano a sovrapporsi nella penisola e sulla retrostante “terraferma”: trattasi di edifici e di complessi architettonici pubblici e privati, oggetto di costante impegno profuso dalla Missione per il restauro e per la conservazione.

FEDE BERTI (1942) entra come archeologa a far parte della Soprintendenza Archeologica per l’Emilia Romagna e viene assegnata al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, curando le ricerche di Spina, di Voghenza, nel territorio di Comacchio (la sutilis navis di Valle Ponti, ad esempio), numerose esposizioni temporanee e i relativi cataloghi, numerosi allestimenti museali, tra cui l’allestimento dello stesso Museo Nazionale di Ferrara dopo la lunga chiusura al pubblico. Fino al 2011, anno del pensionamento, ha diretto anche la Missione Archeologica Italiana di Iasos (Turchia). Numerose le pubblicazioni al suo attivo.

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