L’Oriente fra Storia e Archeologia: terzo incontro a Persiceto

L’Oriente fra Storia e Archeologia – ciclo di conferenze sull’Oriente Antico

A cura del Gruppo Archeologico Storico Ambientale, Museo Archeologico Ambientale, con la partecipazione e il patrocinio di: Comune di Anzola dell’Emilia, Comune di Calderara di Reno, Comune di Crevalcore, Comune di San Giovanni in Persiceto, Comune di Sant’Agata Bolognese, Partecipanza Agraria di Sant’Agata Bolognese, Consorzio dei Partecipanti di San Giovanni in Persiceto, Museo del Cielo e della Terra.

Il Gruppo Archeologico Storico Ambientale (G.A.S.A.) e il Museo Archeologico Ambientale propongono un ciclo di conferenze per approfondire l’Oriente antico. Negli 8 incontri saranno affrontate diverse tematiche che spaziano dall’archeologia alla storia, alla religione e alle scienze.
Le conferenze saranno tenute da ricercatori, docenti e studiosi afferenti a varie Istituzioni ed Università italiane e si svolgeranno in diverse sedi dei Comuni di Terred’Acqua in un periodo compreso fra marzo e maggio 2017.
A chi ne farà richiesta, verrà rilasciato un attestato di partecipazione valido sia per la formazione obbligatoria dei docenti (Direttiva Ministeriale 170/2016 – art. 1, comma 5) sia per l’eventuale riconoscimento di crediti formativi per gli studenti.
Per ogni conferenza verranno riconosciute 2 ore di formazione.
È gradita la preiscrizione alla segreteria del Museo.


9 aprile 2017 ore 17,00
presso Museo Archeologico Ambientale – sede di San Giovanni in Persiceto, Corso Italia, 163

La Giordania tra Bisanzio e l’Islam

Nel periodo bizantino, tra V e VI secolo, la Provincia di Arabia visse un periodo di grande fioritura dal punto di vista dello sviluppo urbanistico e dei complessi ecclesiastici dovuto alla sua importanza strategica come area di confine dell’Impero. In questo periodo in tutta la regione furono edificate numerose chiese con splendidi mosaici, in particolare nella regione di Madaba. L’arrivo dell’Islam nella regione non comportò cambiamenti radicali e violenti ma una trasformazione progressiva; le città continuarono ad avere una vita prospera e gli edifici ecclesiastici ad essere utilizzati per tutto l’VIII secolo, come dimostrano le numerose iscrizioni musive pavimentali datate che riportano i nomi delle gerarchie ecclesiastiche.
In particolare gli scavi condotti per quasi 20 anni sotto la direzione di Michele Piccirillo nel sito di Umm al-Rasas hanno permesso di identificare il luogo con la località biblica di Mefa’a e hanno riportato alla luce chiese con splendidi mosaici e messo in evidenza come il sito sia evoluto da castrum militare romano a difesa del Limes Arabicus a insediamento urbano agricolo nel periodo bizantino. La vita di Kastron Mefa’a, abitato da una vivace comunità cristiana, continuò quasi indisturbata per tutto l’VIII secolo, rappresentando dal punto di vista della ricerca storico-archeologica un caso esemplare per il periodo di transizione tra l’Impero Bizantino a quello Islamico.
CARMELO PAPPALARDO (1968) ha vissuto e lavorato per oltre 20 anni tra Giordania e Gerusalemme dove ha insegnato Archeologia presso lo Studium Biblicum Franciscanum. Per 15 anni ha collaborato con il Prof. Michele Piccirillo in missioni archeologiche e di restauro in Palestina, Israele, Giordania, Siria ed Egitto. Dopo la morte di Piccirillo ha assunto la direzione delle stesse fino al 2012 quando si è trasferito a Roma per assumere l’incarico di Segretario del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana dove è rimasto fino al 2014. Nel 2015, presso lo stesso Istituto, ha conseguito il Dottorato in Archeologia Cristiana con la tesi “Umm al-Rasas / Kastron Mefa’a [Provincia Arabia – Giordania]: Alla fine di un’epoca di occupazione urbana sull’altopiano di Madaba. Insediamento urbano e materiali dal VI al X secolo d.C.”. Attualmente, oltre all’acquisizione di competenze nell’ambito del GIS e telerilevamento, collabora al progetto “Archivi della Memoria” sotto la direzione della Prof.ssa Margherita Azzari del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università di Firenze ed è membro della missione archeologica “Medieval Petra – Shawbak Project” diretta dal Prof. Guido Vannini.

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