Punti nascita, la Regione chiederà la deroga al ministero

Garantire, sopra ogni altra cosa, la sicurezza di mamme e neonati: questo è l’obiettivo a cui la Regione non rinuncerà. Niente è stato ancora deciso per quanto riguarda i punti nascita di Borgo Val di Taro (Parma), Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia) e Pavullo nel Frignano (Modena), citati nella mozione di censura – poi respinta dall’Aula – nei confronti dell’assessore regionale alle Politiche per la salute presentata da alcuni consiglieri regionali di minoranza: la Commissione consultiva tecnico-scientifica sul Percorso nascita non ha terminato il necessario lavoro di approfondimento richiesto dalla Giunta sulla rete dei punti nascita regionale.

Per quanto riguarda lo specifico dei punti nascita citati, si è chiarito che, all’interno della rete, hanno registrato nel 2016 un numero di parti molto inferiore rispetto ai 500 previsti dall’Accordo Stato-Regioni del 2010. Ed evidenziato una percentuale di cesarei superiore rispetto all’indicazione del decreto ministeriale di riferimento. In ogni caso, appena saranno disponibili le valutazioni conclusive della Commissione nascita regionale, verso la quale la Giunta ripone ampia fiducia, verrà chiesta al ministero della Salute, tramite la Commissione nascita nazionale, la possibilità di derogare rispetto agli standard previsti dalla normativa vigente. È quanto ha riferito oggi il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, intervenendo in Assemblea legislativa durante il dibattito sulla mozione di censura all’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, chiesta da alcuni consiglieri di minoranza proprio in relazione alla vicenda punti nascita.

Inoltre, è stato chiarito, continua ad essere assicurata la massima disponibilità al confronto con le istituzioni e le comunità locali. In campo non c’è e non c’è mai stata l’intenzione di risparmiare, al contrario sono previsti investimenti per 9 milioni di euro per migliorare i Pronto soccorso, le sale operatorie e l’accessibilità delle strutture sanitarie nell’Appennino. Previsto anche un ulteriore incremento degli organici, con l’assunzione di circa 44 medici e infermieri che consentiranno di aumentare l’attività chirurgica e di realizzare almeno 1.500 interventi in più ogni anno, garantendo un futuro stabile e di sviluppo agli ospedali montani; oltre alla disponibilità ventiquattro ore al giorno sette giorni su sette, del servizio di elisoccorso notturno. Tutto ciò viene realizzato, in condivisione con le Conferenze territoriali sociali e sanitarie e con le Aziende sanitarie, proprio per preservare e migliorare ulteriormente la qualità e la sicurezza delle cure.

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