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Persiceto: Shopping al Fab Lab

Di fatto c’è anche la vetrina, che di per sé aiuta. Perché qualcuno si sarà chiesto, leggendo o sentendo parlare di Wake’n’make, il neonato fablab di Terred’Acqua: “bene, ma ora che so che è nato e che so dove si trova (via Marconi 45, Sangio, ndr), che ci faccio?”. Domanda lecita, risposta semplicissima. Prima di tutto ci passo. Fondamentalmente perché sono curioso. E poi perché voglio capire quali servizi mi offre, a me che sono uno qualsiasi ma che sento di aver ancora voglia di mettermi in gioco. E prima ancora di fare un salto al fablab, un paio di cose ve le posso dire io. Vi posso dire che troverete un locale spazioso, composto da tavoli recuperati da vecchi pallet, un frigorifero che diventerà una libreria, luci che saranno azionate da smartphone. E poi troverete, se siete fortunati, una stampante 3D (stampante nel vero senso della parola… cioè che sta stampando), qualcuno che si salda i componenti per costruirsi un oscilloscopio e qualcuno che disegna San Giovanni in 3D. Ora, però, il messaggio veramente importante è: lo possono fare tutti. E quando dico tutti intendo tutti. Partendo da una banalissima premessa: chiunque, armato di buona volontà ed una decisa dose di costanza e determinazione, può fare. E se qualcuno mi vuole convincere che non è capace rispondo umilmente con un sano “tutto si impara”. Se cominciamo a pensarla in questo modo, allora il fablab è il posto giusto. Come lo erano le vecchie officine per chi voleva capire come funzionava un motore. Non c’erano professori, ma soltanto qualcuno che quel motore l’aveva già smontato almeno un milione di volte, e dopo un milione di volte puntualmente riusciva a far rimanere la solita solitaria vite “che tanto questa non serve a niente”. E di fatto poi il motore andava, quindi aveva ragione lui. E’ con questo spirito che Wake’n’make ha pensato di programmare i suoi “corsi” (o workshop, che adesso van tanto di moda… noi per differenziarci preferiamo chiamarli uorcsciop). Un gruppo di persone che condividono uno spazio ed un obiettivo: apprendere, conoscere, aiutarsi, capire. Il primissimo appuntamento è stato un incontro di English Conversation, che il fablab replicherà tutti i giovedì sera dalle 18.30 alle 20.30. Un primo appuntamento col botto, visto il numero di partecipanti. Due ore di inglese parlato commentando notizie e video dalla rete, guidati da Paola che ha magistralmente placato gli imbarazzi presentandosi con pizzette e tisana calda. E poi a brevissimo Arduino. Pensato per tutti. Si comincerà con una due giorni (7-8 marzo) per chi Arduino sì ne ha sentito parlare però non è che abbia poi ben capito cosa può fare. Ma la curiosità spinge l’uomo a confrontarsi sempre con qualcosa di nuovo, per definizione entusiasmante. E poiché è anche giusto dare ai curiosi gli strumenti adatti per coltivare questa meravigliosa leva, non vi preoccupate perché il kit con la scheda Arduino ed un sacco di componenti da rompere ve lo dà il fablab e ve la fa trovare pronta sui pallet-scrivania di Via Marconi 45. Se poi qualcuno non ne avesse abbastanza, allora può partecipare a tutti i successivi Arduino workshop dove la parola d’ordine sarà: costruire. I temi saranno la domotica, la sensoristica e tutte le applicazioni inventate o da inventare associate. Lo so: per un secondo vi è venuta la sindrome della pagina bianca… non preoccupatevi, vi assicuro che il lavoro di gruppo stimola la creatività, e le idee dovranno essere sedate, e non più afferrate per la coda per essere con fatica estratte dalla nostra testa. Poi modellazione 3D, la scoperta e la comprensione dei più comuni software per la progettazione di solidi e superfici: Rhynoceros, SketchUp, Solidworks. Per poi arrivare lì, ad interfacciarsi con lei: la stampa 3D. Ora ve lo posso dire, la vetrina in via Marconi 45 di cui vi accennavo… è vuota. Non vedrete manichini ben vestiti o allestimenti particolarmente curati, ma oltrepassate quella porta e vi renderete conto che sarà speciale e quanto mai gratificante fare shopping al fablab.

Matteo Pavani

Federica Rondelli:
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