Bologna, Coccia nuovo questore

Si definisce “uno che non parla molto”. E in effetti la sua prima conferenza stampa dura non più di un quarto d’ora. Si presenta così il nuovo questore di Bologna, Ignazio Coccia, appena insediato in piazza Galilei al posto di Vincenzo Stingone. “Non sono uno che parla molto- afferma il nuovo questore- e non mi piace intervenire”, se non quando ci sono “problemi che investono direttamente il questore”. Promette che parteciperà “poco alle conferenze stampa” e che interverrà “solo quando lo riterrò opportuno”. Coccia, 59 anni, viene da Padova dove ha ricoperto il ruolo di questore dal gennaio del 2014. Ma in precedenza ha avuto diversi incarichi a Roma e Milano anche di peso, tra cui la direzione del Servizio centrale antiterrorismo.

“Mi è sempre piaciuto confrontarmi con sfide difficili e Bologna è in questa direttrice- afferma Coccia- non sarà una passeggiata“. Il nuovo questore spiega di non aver mai lavorato nè in Emilia-Romagna nè a Bologna. Sotto le Due torri però è stato spesso, come direttore del Servizio antiterrorismo, per riunioni operative. “Le realtà antagoniste le conosco abbastanza– sottolinea Coccia- è una città ricca di fermenti, estremamente interessante e quindi sempre molto seguita a livello centrale. Ha un panorama estremamente variegato di realtà antagoniste, che vanno dall’area anarchica all’area dell’ex autonomia fino agli ex disobbedienti. Non ci facciamo mancare nulla. Ma comunque, con molti di questi si può tranquillamente dialogare”.

Proprio questa mattina il collettivo Hobo ha iniziato una nuova occupazione negli ex magazzini di via Stalingrado. Coccia non entra ovviamente nel merito, ma si limita a ricordare che a Padova, di fronte alle occupazioni, “abbiamo dato risposte incisive ma cercando il dialogo. Alcune situazioni si sono risolte pacificamente, in altre è stato necessario intervenire”. Il nuovo questore cita in particolare l’emergenza casa. “L’esigenza abitativa è un grosso problema e immagino che anche qui sia uno dei più pressanti”, sottolinea. Insomma, sottolinea Coccia, a Bologna “sappiamo che c’è un variegato panorama antagonista e una realtà politica complessa”, ma bisogna fare i conti anche con un “problema di sicurezza e criminalità, che però è comune a tutti i questori d’Italia, salvo poche eccezioni”. Quindi “voglio vedere, al di là di quanto ho letto sui giornali, quali sono i dati reali e concreti”, spiega Coccia, che giudica comunque Bologna “una realtà complessa e molto articolata. Bisognerà verificare se è stato messo sul territorio tutto quanto era possibile e se è necessario rendere più incisiva l’azione”, in alcuni settori piuttosto che in altri. “Immagino che Bologna sia un divenire continuo- ragiona Coccia- quindi le ricette che due anni fa erano eccellenti oggi potrebbero essere da rivedere”.

Agenzia Dire – www.dire.it

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