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Spese pazze, Richetti non ci sta: “Vicenda surreale, scandalo inventato”

Una vicenda “surreale”, per la quale si sente “profondamente offeso”. Il deputato Pd Matteo Richetti tiene il punto e anche oggi commenta con parole dure la richiesta di rinvio a giudizio formulata a suo carico dalla Procura di Bologna, per l’inchiesta sulle spese ‘allegre’ dei consiglieri regionali nella scorsa legislatura. Fascicolo in cui Richetti risulta indagato per le spese sostenute da presidente dell’Assemblea legislativa. Già ieri, su Facebook, il renziano ha dato sfogo a tutta la sua amarezza, accusando i magistrati di aver usato due pesi e due misure tra la sua situazione e quella di altri accusati. E oggi torna sul punto, tirando in ballo sia i magistrati (di nuovo) sia i mass media. “Io sono una persona che ha un rispetto sacro della cosa pubblica- scrive Richetti, sempre sul suo profilo social- e mi offende, profondamente, essere accusato di aver utilizzato 5.000 euro in due anni in maniera illecita. Se non fossero spese consentite non mi sarebbero state autorizzate. Non ho speso un centesimo in modo non previsto dalle regole e nelle mie spese non c’è niente di ‘pazzo’”. All’ex presidente dell’Assemblea legislativa, tra le altre cose, vengono contestati due soggiorni a Riva del Garda, nel 2010 e nel 2011, uno dei quali con la moglie. “Ma quali weekend sul lago?- protesta Richetti- sono andato a un convegno come relatore, con tanto di invito, locandina e relazione. E mia moglie che mi accompagnava non ha gravato per un centesimo sul gruppo regionale. Tutto dimostrato” e spiegato direttamente ai pm nel settembre scorso. “E allora capisco che questa è la stagione dello scandalismo- si sfoga ancora Richetti- ma quando lo scandalo non c’è, si potrebbe evitare di inventarlo”.
Il deputato parla dunque di “angoscia per non vedere conclusa una vicenda giudiziaria che ha del surreale” e ringrazia per gli attestati di solidarietà che gli sono arrivati nelle “ultime 24 ore, terribili e meravigliose”. Poi rivendica ancora una volta il suo operato da presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. “Sono una persona che ha fatto della lotta alle ingiustizie e agli sprechi una ragione di vita”, afferma Richetti, ricordando di aver rinunciato al vitalizio da consigliere regionale e di aver promosso, da presidente del parlamentino regionale, i tagli ai costi della politica nella passata legislatura: il taglio ai vitalizi a partire da questo mandato, alle auto blu e la prima sforbiciata agli stipendi degli eletti in viale Aldo Moro. “Basta prendersi il rapporto Cottarelli pubblicato sul sito del Governo per verificare tutto”, sottolinea Richetti, che ne fa una questione di “giustizia, non eroismo. Sia chiaro”.

Agenzia Dire – www.dire.it

Gianluca Stanzani:
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