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I Grani Antichi (per un pane moderno)

Il 16 giugno nel porto di Bari è stata sequestrata una nave proveniente dal Canada che trasportava circa 50000 tonnellate di grano duro a causa della presenza di sostanze nocive in percentuali superiori il limite di legge. Leggendo vari articoli, l’unica cosa chiara è la solita sceneggiata dei politici e delle associazioni di categoria pronte a immolarsi contro il Canada, lo Stato Italiano (loro stessi) e le Aziende di trasformazione italiane, sventolando la solita bandiera per la solita crociata in difesa del solito Made in Italy.

L’argomento meriterebbe tre riflessioni diverse. La prima inerente alle sostanze nocive o forse meglio identificarle come tossiche, la seconda riguarda il commercio del grano duro e del fabbisogno italiano per la trasformazione mentre la terza la valutazione su una politica che valorizzi il prodotto italiano non a prescindere.

Iniziamo a porci delle domande, e aspettiamo anche delle vostre considerazioni in merito, ma personalmente ritengo che pensare che il problema sia il Canada e la loro produzione vuol dire essere privi di idee e di responsabilità. E’ coerente voler bloccare il commercio per valorizzare il prodotto italiano e poi esportare pasta in tutto il mondo?

Siamo sicuri che il nostro grano sia sempre privo di sostanze nocive?

Siamo sicuri che il nostro grano sia sempre più buono?

Siamo sicuri che la mia idea e il mio gusto di pasta sia quello giusto? Oppure è meglio pensare che forse in Cina o in Sud Africa sia semplicemente diverso?

Noi consumatori possiamo fare tanto chiedendo trasparenza e controlli per la sicurezza alimentare per poi decidere in totale autonomia cosa consumare.

Ulisse Masolini e Luca Frabetti

 

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