Bullismo e cyberbullismo, ragazzi fuori dalla Rete

Offese, insulti, derisione per l’aspetto fisico, diffamazione, esclusione per le proprie opinioni, diffusione impropria di video e immagini. Sono le più frequenti forme di aggressione attraverso i social media effettuate da parte di ragazzi nei confronti di altri adolescenti, spesso i più giovani e fragili. Si manifesta così un fenomeno in aumento, anche se non ci sono dati ufficiali che lo dimostrino, che rappresenta uno dei rischi di disagio sociale tra gli adolescenti. Si è parlato di questo oggi in viale Aldo Moro, a Bologna, nel convegno “Bullismo, cyberbullismo e rischi del web per i più giovani: il contributo della polizia locale per arginare il fenomeno”, organizzato dalla Regione nell’ambito della propria attività di coordinamento delle Polizie locali del territorio emiliano-romagnolo. A illustrare le azioni messe in campo per prevenire i comportamenti violenti da parte di adolescenti e sensibilizzarli all’uso corretto della rete web, la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini intervenuta assieme a Luca Degiorgis, giudice onorario della Corte d’Appello di Bologna, Stefania Crema, ispettore superiore della Polizia locale dell’Unione Terre d’Acqua (Bo) e alla senatrice Elena Ferrara, che ha presentato la recente legge sul cyberbullismo.

Il progetto pilota “MiFidoDiTe?”

Nell’ambito del convegno la Polizia locale dell’Unione delle Terre d’Acqua ha presentato “MiFidoDiTe?”, un progetto pilota promosso dalla Regione Emilia-Romagna con l’obiettivo di educare alla legalità e alla prevenzione dei fenomeni di bullismo, cyberbullismo e utilizzo consapevole della rete e dei social. L’iniziativa ha coinvolto ragazzi delle scuole medie, genitori, insegnanti e Polizia municipale. I consigli diffusi dai Vigili prevedono per genitori e insegnanti l’attenzione al dialogo, ai cambiamenti repentini di comportamenti e abitudini nei ragazzi, il controllo dei contenuti sui social e la necessità di segnalare o denunciare i casi di possibili manipolazioni in rete.

L’impegno della Regione

La Regione intanto sta lavorando a un Piano di azione regionale sull’adolescenza, che partirà entro la metà del 2018, per contrastare le nuove forme di dipendenza e disagio negli adolescenti, tra cui oltra a bullismo e cyberbullismo, anche autolesionismo, abbandono scolastico e disagio sociale. Dal 2013, inoltre, promuove interventi a favore dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 19 anni attraverso il “progetto Adolescenza”, nell’ambito del quale sono state realizzate “Linee di indirizzo sulla promozione del benessere e la prevenzione del rischio”. Attraverso uno specifico bando rivolto ad associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, oratori, parrocchie, diocesi, nel 2017è stata finanziata una serie di iniziative, tra cui 16 progetti con un contributo complessivo di 126mila euro, per promuovere una maggiore consapevolezza nell’utilizzo delle nuove tecnologie da parte degli adolescenti. Parallelamente vengono realizzate azioni rivolte agli adulti di riferimento (genitori, insegnanti, educatori, operatori sportivi) di sensibilizzazione e formazione.

Sul piano normativo, la Regione ha recentemente modificato la legge 14/08 sui giovani, introducendo all’articolo12 azioni specifiche di contrasto al cyberbullismo. Inoltre, nelle Linee di indirizzo regionale per l’accoglienza e la cura dei bambini vittima di maltrattamento e abuso, del 2013, è approfondito il tema dell’abuso online, e le istituzioni sono sollecitate ad intervenire con l’adozione di protocolli che, nel regolamentare la tutela dei minori contro forme di maltrattamento e abuso, prevedono un’azione sinergica di prevenzione e contrasto del fenomeno. Nell’ottobre dello scorso anno, infine, Garante regionale, Polizia di stato, Dipartimento di psicologia dell’Università di Bologna e Ufficio scolastico regionale hanno firmato un Protocollo di intesa per le scuole sull’uso consapevole delle nuove tecnologie da parte dei giovani e sulla prevenzione del cyberbullismo, che prevede la formazione congiunta degli insegnanti e la promozione di linee di indirizzo, diffusione di buone prassi e approfondimenti conoscitivi.

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