Festa di Sant’Antonio e degli amici a quattro zampe

26230560_1954006314865419_6871507196971060740_nDomenica 14 gennaio, alle 14.30, tre giorni prima rispetto alla data canonica (17 gennaio ricorrenza di Sant’Antonio Abate), il colorito corteo degli animali in festa andrà nuovamente in scena a San Matteo della Decima.

La popolosa frazione persicetana è già da anni un punto di riferimento quasi obbligatorio per la venerazione di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e per il rumoroso rendez-vous sul sagrato della chiesa parrocchiale in attesa della benedizione di Don Simone, al termine del corteo con la statua del Santo.

A seguire la parte mangereccia con la Cumpagni dal Clinto (i cui piatti non si garantisce siano rigorosamente vegani…). Di scena le specialità culinarie della più pura tradizione contadina rigorosamente legati ai prodotti a Km 0, spesso salvati dall’oblio, come il vitigno da cui prende il nome il sodalizio gastronomico. Certo l’anticipo rischia di spiazzare tutti coloro che attendono la data deputata per assistere al famoso miracolo di Sant’Antonio (figura di monaco egiziano del terzo secolo, generalmente ritratto con un saio da eremita e in compagnia di un maialino che reca al collo una campanella). Antiche leggende narrano infatti che quella del 17 gennaio è la notte degli animali parlanti. In tale occasione, i nostri amici domestici a quattro zampe hanno facoltà di parola, anche se tale prerogativa sembra essere riservata al solo dialogo tra animali, esclusa quindi l’interlocuzione con gli umani. Ecco perché i contadini si tengono a debita distanza dalle stalle, per non turbare questo speciale momento riservato alla relazionalità animale. Anzi, tendere l’orecchio per ascoltare è classificato di cattivo auspicio. Ragli, latrati, miagolii, muggiti, grugniti sono invece assicurati in occasione dell’evento decimino!

Appuntamento quindi per tutti al 14 gennaio accolti dai rievocatori della Cumpagni dal Clinto in costumi contadini e dalle leccornie dello stand gastronomico allestito da abili arzdore.

Fabio Poluzzi

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