Spazio Archimede: Scambio Archimede con Singhania School (India)

6.308 km è la distanza che separa San Giovanni in Persiceto dalla città indiana di Thane, vicino alla più nota Mumbai, regione Maharashtra, dove ha sede la Singhania School, destinazione finale di un gruppo di studenti dell’Archimede. Una distanza che non ha scoraggiato la comitiva, formata anche dalle docenti di inglese, Nadia Nicolai e Michela Scagliarini (non nuove nel concepire e portare a compimento simili imprese) e soprattutto non ha impedito al gruppo di progettare e realizzare uno scambio con la citata grande scuola privata (ben 4.000 studenti). Va da sé che lo scambio ha riguardato una delle classi (mediamente formate da non meno di 40 scolari) con ragazze e ragazzi indiani di pari età rispetto agli studenti del Polo di Istruzione Superiore persicetano. L’occasione si è presentata nel 2016, durante un precedente scambio con un istituto olandese, il Cambreur College di Dongen. Fu in quella circostanza che le due docenti vennero a contatto con i colleghi della Singhania School, a loro volta impegnati presso quella scuola. Concepito il progetto di scambio, sono occorsi quasi due anni per implementarlo. Alla fine il risultato è stato però portato a casa. Il bilancio parla di una esperienza coinvolgente e, per certi aspetti, esaltante. Ciò per molti motivi. Dopo un viaggio aereo sicuramente impegnativo, ragazzi e docenti hanno avuto il primo impatto con l’avvolgente abbraccio della ben nota ospitalità indiana, con ripetute esecuzioni dell’inno di Mameli, prima di raggiungere i loro alloggi presso le famiglie degli studenti indiani coinvolti, secondo lo schema usuale dello scambio. Un senso di ospitalità capace di introdurre rapidamente i nuovi arrivati nei costumi locali, distantissimi dallo stile di vita occidentale eppure estremamente coinvolgenti. Il caso ha voluto che studenti e docenti italiani siano arrivati nel bel mezzo di una delle più importanti, oltre che suggestive, celebrazioni indù, radicata soprattutto nel Maharashtra: la festività di Ganesh Chaturthi. Si tratta di una festa molto complessa e in grado di mobilitare tutte le famiglie e le comunità locali. Difficile darne conto in poche parole. Ganesh o Ganesha, divinità indù rappresentata da una testa di elefante sopra un corpo umano, è il dio che rimuove gli ostacoli, invocato a scopo propiziatorio prima di iniziare una qualsiasi attività. Pertanto, secondo gli ospitanti, l’arrivo degli Italiani partiva sotto il miglior auspicio data la concomitanza con la celebrazione di Gamesh e il gruppo è stato immediatamente introdotto nel vortice della festa con i suoi molteplici riti. La ricorrenza cade nel quarto giorno di luna crescente del mese di Bhadrapada (settembre) e i festeggiamenti si prolungano per 11 giorni. Questa festa offre l’occasione per l’immensa spiritualità indiana di esprimersi in tutte le sue forme tra colori, profumi, danze, musica, preghiere, grandi processioni. Ciò che ha maggiormente colpito i ragazzi, come detto sistemati presso le famiglie, è stata la trasformazione delle case in una sorta di santuari familiari dove vengono venerate rappresentazioni, generalmente statuette, della divinità festeggiata. Le famiglie gareggiano nell’approntare i migliori allestimenti in forma di altari domestici dedicati alla divinità, ricolmati di doni, soprattutto cibo e fiori. Nell’ultimo giorno si svolge la processione con le statue di argilla del dio Gamesh portate a spalla fino al mare dove vengono immerse per farle sciogliere. Terminata questa full immersion nella inebriante religiosità indiana e dopo avere sperimentato la calda e accogliente dimensione famigliare, spesso ancora legata alla cultura tradizionale dei villaggi, ha fatto seguito la parte più propriamente didattica, con lezioni in aula e scambio di esperienze di apprendimento all’interno della immensa high school indiana. Di tutte le esperienze fatte i ragazzi hanno tenuto un diario. L’impronta anglosassone è largamente presente nella Singhania School ed è simbolizzata nelle eleganti uniformi scolastiche e nell’aplomb degli insegnanti. Pur nella dimensione elitaria di quella scuola, è precisa la volontà della medesima, con numerosi progetti a ciò orientati, di offrire possibilità di riscatto e di acquisire competenze spendibili nella ricerca di un lavoro a beneficio dei molti ragazzi che crescono in strada, ai margini delle sterminate città indiane (la stessa Thane, che non è certo delle più grandi, conta circa un milione di abitanti, la vicina Mumbai quasi venti milioni) o vivono isolati in sperduti villaggi. In generale ciò che ha colpito è stata l’attenzione alla persona, pur nella precarietà della condizione umana riscontrata in talune circostanze, e la valorizzazione della dimensione collettiva che consente di vivere socialmente molti passaggi della vita di ognuno. Ben presto anche gli ospiti sono stati invitati a indossare abiti tradizionali indiani e la cosa è stata particolarmente gradita. Non poteva mancare una escursione nella megalopoli di Mumbai che ha colpito i ragazzi per la dimensione oceanica del traffico, almeno secondo i parametri occidentali, e il grande caos nella circolazione, svincolata dalle usuali regole. Grandi i rischi di rimanere vittima di quello tsunami di veicoli per i non avvezzi. Nel corso di questa escursione, i nostri hanno potuto intravvedere i grandi stabilimenti di “BolliWood”, di cui gli abitanti di quella sterminata città vanno giustamente fieri e le ville dei divi indiani. Anche i nostri ragazzi hanno poi potuto sfoggiare alcune espressioni delle nostre eccellenze, segnatamente cibo emiliano, portato in dono, e moda. Ad una ennesima esecuzione dell’inno italiano, con le docenti e i ragazzi mano sul cuore, è seguita una vera e propria sfilata di creazioni italian style basata su vari outfit: abiti per l’aperitivo; per la scuola; per il tempo libero. Poi assaggi di formaggi e altre prelibatezze (peraltro non sempre pienamente apprezzate dai colleghi indiani). A marzo 2019 sono attesi a Persiceto gli studenti indiani per il perfezionamento dello scambio. Già abbozzato il calendario delle attività e delle iniziative da sviluppare. Gli studenti da ospitare hanno dimostrato di avere idee molto chiare, avendo fatto espressa richiesta, tra l’altro, di poter visitare i Musei Vaticani. Terremo informati i lettori di CBN sugli sviluppi.

Fabio Poluzzi

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