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Al via il Piano Territoriale Metropolitano

Dieci obiettivi per un nuovo strumento che definirà le scelte strategiche e strutturali di assetto del territorio e che si pone al crocevia tra pianificazione strategica, piani clima e per l’energia sostenibile, piani per la mobilità, progetti territoriali e settoriali, nella cornice del PSM (Piano Strategico Metropolitano) e dell’Agenda Metropolitana per lo Sviluppo Sostenibile.
Si tratta del Piano Territoriale Metropolitano (PTM) che raccoglie l’eredità del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato nel 2004) e a cui la nuova legge urbanistica regionale affida compiti fondamentali per la riduzione del consumo di suolo e lo sviluppo sostenibile del territorio metropolitano attraverso due grandi scelte: una nuova disciplina del territorio agricolo e naturale e l’assegnazione di quote di capacità edificatoria a Comuni e Unioni fino ad un massimo del 3% del territorio urbanizzato oggi esistente, con l’obiettivo di azzerare il consumo entro il 2050. Ciò avverrà anche grazie all’istituzione di un fondo perequativo metropolitano che creerà maggiore equità fra tutti i 55 Comuni della Città metropolitana.

Con il via libera agli obiettivi strategici ottenuto il 12 febbraio all’unanimità in Consiglio metropolitano, il PTM muove i primi passi verso un percorso di consultazione e partecipazione per arrivare all’approvazione definitiva a marzo 2021.

Il PTCP fu concepito negli anni del “super” ciclo edilizio ed ebbe il merito di contribuire a una pianificazione ordinata del territorio grazie all’individuazione di “poli funzionali” e aree produttive di rango metropolitano, fortemente attrattivi (si pensi ad esempio al caso della Philip Morris) e affidando al Servizio Ferroviario Metropolitano un ruolo ordinatore per lo sviluppo residenziale. Il PTM avrà come obiettivo prioritario l’ambiente inteso in senso lato: un territorio sostenibile e resiliente, attrattivo, in cui la tutela del territorio, la bellezza dei luoghi urbani e naturali, il lavoro e l’innovazione possano trovare una sintesi unitaria e propulsiva. Parole chiave: rigenerazione e stop al consumo di suolo per una “Bologna, metropoli composita e a misura d’uomo”.

“La cornice nella quale dobbiamo inquadrare tutto questo – spiega il sindaco metropolitano Virginio Merola – è quella degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030. L’espansione è finita, dobbiamo lavorare su un’idea diversa di comunità metropolitana, assumendo la dimensione urbana come il nostro principale punto di vista, aggiornando l’idea di urbano alla Città metropolitana di cui siamo artefici. Al centro del PTM ci saranno tre parole chiave: sviluppo sostenibile, ambiente e sicurezza del territorio con l’obiettivo della cittadinanza equa per tutti coloro che vivono nella città metropolitana, aumentando le nostre capacità di protezione e di sostegno alle zone che si sentono abbandonate ed escluse, elaborando quindi il decisivo tema dell’infrastrutturazione”.

“La quota del 3% riferita al consumo di suolo e la perequazione rappresentano i due pilastri fondamentali del PTM – ha sottolineato il consigliere delegato alla Pianificazione Marco Monesi nella presentazione in aula – ogni area dovrà concorrere in maniera adeguata valorizzando le proprie risorse allo sviluppo sostenibile di tutto il territorio metropolitano. Nei prossimi mesi dovremmo impegnarci per raggiungere i 10 obiettivi del Piano, sarà un lavoro complesso ma le premesse già ci sono. Il percorso è breve, perché vogliamo approvarlo definitivamente entro marzo del prossimo anno, ma articolato e coinvolgerà tutto il territorio: Comuni, Unioni e stakeholder.”

Questi in sintesi i 10 obiettivi del PTM:
1) PUMS come impalcato per le infrastrutture e l’assetto dei servizi della mobilità, riferimento per le dorsali dell’infrastruttura informatica, sollecitazione alla rigenerazione dello spazio stradale e piena valorizzazione di Centri per la mobilità, stazioni e fermate del SFM;
2) Carta di Bologna come riferimento generale per tutti i tipi di intervento e specifico per una riorganizzazione sostenibile dei flussi di acqua, energia, rifiuti perseguendo un diverso metabolismo urbano;
3) Re-infrastrutturazione sostenibile, ovvero: sicurezza idrogeologica e sismica, ammodernamento e rigenerazione delle infrastrutture, infrastrutture verdi a corredo di nuove strade, riuso degli inerti provenienti da demolizioni edilizie in alternativa all’apertura di nuove cave;
4) Individuazione della “bellezza” e valorizzazione delle “vocazioni” delle diverse parti del territorio e dei “ruoli” dei centri abitati;
5) Rigenerazione in tutti i tipi di insediamento e in tutte le forme: con priorità alle periferie, alle grandi aree/edifici strategici dismessi e alle aree produttive esistenti;
6) Contrasto al consumo di suolo, riduzione dell’urbanizzazione di nuovi suoli del 20% al 2020 fino all’azzeramento nel 2050, e individuazione delle parti di territorio metropolitano escluse dalle nuove urbaniz­zazioni ammesse dalla legge regionale;
7) Nodi: insediamenti produttivi e poli funzionali come luoghi abitabili, garantendone l’accessibilità sostenibile, contrastando il fenomeno “isola di calore” e favorendo l’assorbimento delle acque da pioggia;
8) Agricoltura come attività economica fondamentale anche per l’equilibrio ecosistemico del territorio, da trattare con orientamenti e regole pertinenti alle for­me diverse delle attività in pianura, in collina e mon­tagna, nelle frange periurbane (cunei agricoli);
9) Conservazione del patrimonio storico e paesaggisti­co da mettere in rete attraverso la costruzione della trama della mobilità dolce e delle infrastrutture verdi e blu (reti naturali e artificiali che interessano l’acqua);
10) Strumenti adeguati ai nuovi obiettivi e affinati per quanto riguarda praticabilità ed efficacia. Gli obiettivi

Ufficio stampa Città metropolitana

Gianluca Stanzani:
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