Crevalcore, Progetto Comune in merito agli atti vandalici avvenuti nella borgata Guisa Pepoli

Progetto Comune con Marco Martelli

Ci è pervenuta la richiesta di una presa di posizione contro un grave atto vandalico ai danni di una croce di legno e di una targa poste sull’argine del collettore delle acque alte presso la borgata di Guisa Pepoli. La croce ricorda quattro crevalcoresi uccisi il 7 giugno del 1945 poco dopo la fine della guerra di Liberazione e fu posta nel luogo dove avvenne il delitto dai familiari di una delle vittime, Ephraim Bergonzini, che perse la vita insieme ad Alberto Ghelfi, Giglio Zebini e all’ex generale Amedeo Pederzini. Considerare quel crimine un omicidio politico permise agli esecutori di essere prosciolti da ogni accusa. Questo delitto si inserì nel pesante clima di “resa dei conti” tipico della fine di una guerra, con gli strascichi che essa porta sempre con sé. Già all’epoca il Comitato di Liberazione Nazionale condannò ogni atto di giustizia arbitraria in un’Italia che voleva lasciarsi alle spalle 5 anni di disastrosa guerra, con tanti luttuosi eventi che hanno toccato gran parte delle famiglie e dei cittadini, anche crevalcoresi. Oggi come allora ci sentiamo in dovere di condannare chiunque utilizzi la violenza, chiunque si sostituisca alla Giustizia per cercare la propria vendetta privata, chiunque si nasconda dietro una bandiera, una parte o un’ideologia per non rispondere delle proprie azioni. Condanniamo senza riserve l’atto vandalico che si è verificato nelle scorse settimane: riteniamo in ogni caso vergognoso il danneggiamento di un simbolo religioso e lo giudichiamo ancora più grave se compiuto con la piena consapevolezza di distruggere un luogo di cordoglio. Ogni caduto di una guerra merita di essere ricordato dai propri cari, sempre. Ma l’Italia di allora ha detto “basta” ad un regime che aveva prodotto la soppressione delle libertà fondamentali, le leggi razziali, tanti lutti e miseria. Di fronte al rischio che ancora una volta il guardare la nostra storia comune ciascuno dalla propria prospettiva generi fratture incolmabili, auspichiamo che come cittadini di Crevalcore e cittadini Italiani questa triste vicenda ci induca ad alcune riflessioni. Episodi come questo confliggono con il clima celebrativo con il quale ricordiamo la Liberazione, che stride con i lutti di chi in quei giorni perse i propri cari a causa di una mano violenta. È però altrettanto certo che se noi oggi, eletti con il libero voto di tutti i nostri concittadini, abbiamo la possibilità di trovarci in Consiglio Comunale a confrontarci e a discutere di questo e di qualsiasi altro tema, è proprio perché quella guerra nel ’45 si concluse con la vittoria di chi aveva combattuto per la Libertà e per la Democrazia contro la dittatura. Ci piacerebbe che questo concetto fosse ricordato da chi ha l’onore e l’onere di rappresentare le Istituzioni, a qualsiasi livello. Pensiamo che il modo giusto per ricordare la fine della guerra e per onorare tutti i suoi caduti, sia quello di riconoscersi tutti nel 25 Aprile, e nella nostra Costituzione che in quel giorno affonda le sue radici.

li 6 giugno 2020

Il gruppo consigliare Progetto Comune con Marco Martelli

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