Anzola Emilia: la Festa, la Fiera e la Processione

Quest’anno, a conclusione della consueta festa di Anzola, sento il dovere di scrivere qualcosa in più, rispetto a ciò che ho scritto gli anni passati. Nei giorni scorsi, camminando per Anzola, in un momento di pioggia battente, ho visto alcuni volontari che montavano lo stand delle crescentine di fronte all’asilo parrocchiale, poi altri, in punti sparsi per la piazza Giovanni XXIII, che facevano la stessa cosa. Lo facevano con la mascherina sul viso, perché purtroppo l’epidemia da Coronavirus pare stia riprendendo man mano piede. Oggi, girando per gli stand, a ringraziare ognuno dei volontari, ne ho visti alcuni che per agevolare le ordinazioni sono riusciti a creare il menu con il QR Code, altri che per non far attendere troppo le persone hanno messo a disposizione dieci postazioni per fare i borlenghi, un altro che, preso atto della rottura dell’apposito macchinario, ha mescolato per il tempo necessario la polenta a mano, altri che hanno promosso l’iniziativa “Test rapido Covid-19”, consentendo a tutti i cittadini, ad un costo pressoché simbolico, di effettuare il test sierologico, altri che, con le mani segnate dalla fatica dei decenni, si premuravano di chiudere correttamente le raviole affinché fossero le più buone possibili, altri che hanno fatto i salti mortali (in tutti i sensi) per intrattenere i bambini, ed ancora altri che, stoicamente, hanno provato a dispensare cultura mettendo a disposizione di tutti tanti libri. Ecco, io credo che quest’anno la nostra fiera sia stata esattamente all’insegna del coraggio e della tenacia dei volontari, che hanno sopportato tutto: dal meteo capriccioso al coronavirus, fino a tante altre avversità. Non ho volutamente fatto nomi e cognomi, così come non ho menzionato nominativamente le associazioni: questo perché, a mio sommesso avviso, l’applauso virtuale deve andare a tutti i volontari (nessuno escluso) di tutte le associazioni (nessuna esclusa). Nessuno di noi singolarmente preso è indispensabile ma tutti insieme siamo insostituibili: ecco, la prima cosa che il volontariato insegna credo sia proprio questa. Non esiste un “io”, ma esiste piuttosto un “noi”. E il motto “insieme ce la faremo”, certamente valido in tempi di coronavirus, diviene più che mai attuale proprio nella realtà del volontariato, che insegna, e deve insegnare, per prima, l’unità tra le persone. Ed ecco che io stesso, a mia volta, che sono qui a scrivere, non sarei assolutamente nulla senza il volontariato ed i volontari, che oltretutto, quotidianamente, mi rendono orgoglioso di essere il sindaco di questo paese. Ed allora grazie, per essere riusciti, anche quest’anno, ad organizzare una festa che, sulla carta, sembrava quasi impossibile da realizzare. Infine: un ringraziamento non scontato agli agenti di polizia locale ed all’Arma dei Carabinieri, che ogni anno, puntualmente, presidiano la nostra manifestazione, un ringraziamento a Don Daniele Nepoti che, in questo frangente, sta reggendo la nostra Parrocchia in attesa dell’arrivo del nuovo Parroco Don Graziano Pasini (un grazie speciale a Monsignor Verucchi per la sua presenza stasera), ed un ringraziamento a protezione civile ed alpini, che come di consueto hanno supportato la processione finale. Grazie!

dal profilo Fb di Giampiero Veronesi, sindaco di Anzola

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