Vittime di reato, la Fondazione regionale accoglie 14 nuove istanze di sindaci

Quando indietro non si può tornare, e andare avanti da soli è difficile. Anche sul territorio regionale ci sono donne e uomini, bambine e bambini direttamente o indirettamente vittime di reati che, per ricominciare, hanno bisogno di aiuto psicologico ed economico. Dal 2004 in Emilia-Romagna, a sostenere queste persone, c’è la Fondazione vittime di reati voluta dalla Regione e presieduta dal 2017 dallo scrittore Carlo Lucarelli. 

Quest’anno sono già 32 le istanze presentate dai sindaci e accolte dalla Fondazione: 69 le persone aiutate, di cui 32 donne, 4 uomini e 33 minorenni, con un impegno economico di oltre 210mila euro.

E solo nel mese di ottobre, il Comitato dei garanti ha autorizzato aiuti per circa 80mila euro e accolto 14 istanze presentate alla Fondazione dai sindaci della Città metropolitana di Bologna (6) e delle province di Rimini (5), Ravenna, Modena e Piacenza. 

Le istanze accolte nel mese di ottobre 

Tra le persone sostenute c’è la figlia di Ilenia Fabbri, vittima di femminicidio a Faenza (Ra) nel febbraio scorso. La ragazza, che si è da poco costituita parte civile nel processo, sta affrontando le conseguenze della morte della madre. 

Un secondo aiuto è stato erogato alla famiglia del bambino aggredito a Rimini l’11 settembre scorso da un giovane somalo armato di coltello. Nell’episodio diverse persone sono state ferite e il piccolo, che passeggiava con i genitori e il fratello più grande, è stato colpito al collo subendo la lacerazione dell’arteria carotidea e poi sottoposto a un’importante operazione chirurgica. Ora, insieme al fratello, avrà qualche possibilità in più per superare il trauma subito. 

Un altro intervento riguarda il doppio avvelenamento avvenuto lo scorso aprile a Casalecchio di Reno (Bo) dove è morto Loreno Grimandi e si è salvata la moglie, Monica Marchione, madre dell’aggressore. Un sostegno è stato dedicato alla Marchione e alla madre di Grimandi che stanno affrontando un percorso psicologico dopo il lutto

Le altre istanze accolte riguardano sei donne che hanno sporto denuncia in seguito a violenze gravissime da parte del partner o ex partner. In quasi tutti i casi la coppia aveva bambini anch’essi coinvolti nei maltrattamenti. In questi casi la Fondazione ha stanziato fondi per sostenere le parti offese (donne e bambini) nel percorso di autonomia, che in concreto significa spese per la casa, rette scolastiche, possibilità di prendere la patente per avere maggiori opportunità di lavoro e, per le donne straniere, anche formazione professionale e apprendimento della lingua italiana.

E ancora è stata aiutata una giovane donna che ha sporto denuncia per stalking da parte dell’ex partner che, dopo plurime denunce, è stato oggetto di diverse misure cautelari. In questo caso la Fondazione aiuterà la ragazza e i genitori a ripagare i danni riportati alla casa e all’automobile. 

Infine, è stata accolta un’istanza per una ragazza che per diversi anni, durante la minore età, è stata vittima di abusi sessuali da parte di un amico di famiglia e, giovanissima, ha dovuto affrontare un aborto. All’emersione del reato i genitori l’hanno ritenuta responsabile e le hanno fatto mancare il loro appoggio. La giovane è stata mantenuta in protezione fino alla maggiore età, ha affrontato un lungo percorso psicologico per ritrovare la propria serenità e, ormai maggiorenne, si è aggiudicata una borsa di studio per iscriversi a una prestigiosa università italiana. Grazie alla Fondazione, avrà un aiuto in più per stabilirsi nella nuova città.

Riepilogo sull’attività complessiva della Fondazione

Dal 2004 la Fondazione ha approvato 437 richieste di intervento che hanno permesso di aiutare 943 persone (390 donne, 128 uomini e 425 minorenni), con oltre 3 milioni di euro di risorse.

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