Workers Buyout: nasce a Bologna l’osservatorio di cooperative e sindacati

Nasce a Bologna il primo Osservatorio congiunto tra cooperative e sindacati sui Workers Buyout. Uno strumento che avrà la funzione di monitoraggio delle crisi, dei problemi di ricambio generazionale in azienda o delle opportunità di utilizzo di beni confiscati alla mafia, per individuare possibili casi di WBO che saranno poi oggetto di analisi di fattibilità congiunta. L’osservatorio produrrà materiale divulgativo e promuoverà iniziative, seminari e percorsi formativi. 

L’Osservatorio, che nasce nell’ambito del Protocollo di intesa tra Agci, Confcooperative e Legacoop e Cgil, Cisl e Uil del territorio della Città Metropolitana di Bologna per la promozione congiunta dei workers buyout, è il secondo passo del percorso delineato: recentemente si è concluso il primo corso formativo sui WBO, che ha coinvolto rappresentanze sindacali delle segreterie confederali e di categoria e dirigenti delle centrali cooperative. Un’esperienza che sarà ripetuta nei prossimi mesi. Per i firmatari dell’intesa, i WBO sono esperienze con ricadute positive su tutti i soggetti coinvolti, nonché sulle comunità locali e sulle istituzioni. In primo luogo, sui lavoratori, che integrando la posizione di lavoratore dipendente con quella del socio imprenditore,  tutelano la loro occupazione. Per le comunità locali e le istituzioni si tratta di un punto produttivo che riparte. Per lo Stato è un risparmio di contributi figurativi sui periodi di ammortizzatori sociali ed una ripresa di gettito fiscale. 

“Quella tra cooperazione e sindacati sui Wbo è un’intesa di grande importanza, sia per il valore politico e culturale della formazione congiunta, sia per l’azione delle organizzazioni di rappresentanza tesa a rafforzare la coesione sociale e la crescita del territorio – dichiara Rita Ghedini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane di Bologna – La partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa sarà sempre più un elemento determinante dei percorsi di rafforzamento del territorio e di rinnovamento delle relazioni industriali, a cui dare ruolo generativo. Questo protocollo mette anche in risalto l’attualità della forma cooperativa come modello in grado di trattenere il valore nel territorio dove è prodotto“. 

Le novità sulle attività di promozione dei Wbo sono state presentate nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato: Rita Ghedini,  presidente Legacoop Bologna; Matteo Manzoni, direttore Confcooperative Bologna; Massimo Mota, presidente di Agci Bologna; Maurizio Lunghi, segretario Cgil metropolitana; Enrico Bassani, segretario Cisl metropolitana; Carmelo Massari, segreteria Uil metropolitana; Sergio Lo Giudice, capo di Gabinetto Città Metropolitana di Bologna.

Secondo i dati di CFI (Cooperazione Finanza Impresa), fondo che promuove la nascita e lo sviluppo di imprese cooperative, partecipato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dai fondi mutualistici di AGCI, Confcooperative, Legacoop, dal 2011 a oggi ci sono stati 87 Workers Buyout in Italia, che hanno consentito la salvaguardia 2.293 posti di lavoro in imprese che sviluppano un fatturato di 370 milioni di euro.

In Emilia-Romagna i WBO sostenuti da CFI sono stati 28: 749 i posti di lavoro tutelati, 127 milioni il fatturato salvaguardato. Nel territorio di Bologna i WBO accompagnati dalle centrali dell’Alleanza delle Cooperative, oggi attivi, sono stati  5: 135 posti di lavoro interessati, 15 milioni il fatturato delle imprese coinvolte. 

Il protocollo firmato da cooperazione e sindacati prevede anche l’applicazione dei contratti nazionali di categoria sottoscritti dalle organizzazioni firmatarie e il mantenimento ai lavoratori in cooperativa delle coperture contributive che garantiscano gli ammortizzatori sociali conservativi.  

Il protocollo è stato firmato da: Agci Emilia-Romagna, Confcooperative Bologna, Legacoop Bologna, Legacoop Imola e Cgil Bologna, CGIL Imola e Cisl e Uil del territorio della Città metropolitana di Bologna.

Silvestro Ramunno

 

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