Cereali nella morsa tra clima e guerra, Confagricoltura Bologna: “Adottare le nuove tecniche genetiche per salvare la filiera”

“Se non ora, quando? La filiera cerealicola bolognese ha bisogno di un deciso cambio di passo: l’editing genetico di precisione, le cosiddette new breeding techniquessistemi di agricoltura smartprecision farming, TEA (Tecniche Evoluzione Assistita) e l’analisi dei big data sono la base per poter garantire un futuro al comparto e vincere la difficile sfida dei cambiamenti climatici, resa ancor più complicata dal conflitto in Ucraina“.
Marco Calicetivice-presidente di Confagricoltura Bologna e componente del Comitato per l’accertamento dei prezzi dei cereali della Borsa Merci di Bologna, accende i riflettori su una delle filiere maggiormente sotto pressione in questo momento.
Nonostante un incremento delle superfici dedicate, si stima una produzione cerealicola in contrazione in provincia. Il motivo? “Essenzialmente la siccità – risponde Caliceti – Si è cercato subito di mettere in atto irrigazioni di soccorso, ma situazioni come quella di quest’anno sono veramente anomale e purtroppo sempre più frequenti. Gli effetti dei cambiamenti climatici vanno affrontati con i nuovi strumenti di cui può disporre l’agricoltura se non vogliamo andare incontro a gravi carenze di produzione che possono mettere a rischio l’intero sistema agroalimentare. Le nuove tecniche dell‘editing genetico di precisione, ad esempio, ci possono mettere a disposizione varietà che siano naturalmente resistenti a fitopatie, oppure meno idroesigenti. Ciò vuol dire coltivare con meno acqua e con meno agrofarmaci, meno impatto sull’ambiente quindi, garantendo però una produzione all’agricoltore: questa è la vera sostenibilità. I cerealicoltori – argomenta Caliceti, che nei giorni scorsi ha preso parte al convegno “A.A.A. Produzione primaria di cereali cercasi” dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna – devono poter accedere ai nuovi mezzi tecnici per la difesa e la fertilizzazione delle colture. Fattori che possono essere ottimizzati grazie allo smart farming, come l’analisi dei big data meteopedoclimatici e l’impostazione di un’agricoltura di precisione. Sono tutti strumenti che potranno diventare parte integrante e assolutamente necessaria per lo sviluppo di sementi e delle varietà migliorate grazie alle nuove tecniche di breeding. Tecniche che abbiamo a disposizione – conclude Marco Caliceti – iniziamo a utilizzarle prima che sia troppo tardi. È arrivato il momento di prendere decisioni importanti”.
Daniele Mattioli
Ufficio Stampa Confagricoltura Bologna

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