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Le interviste di CBN: Omar Bortolacelli

Questo mese l’intervista di CBN cambia volto e passa ad un’altra intensa storia di coraggio e determinazione. Parliamo di Omar Bortolacelli, di Sant’Agata Bolognese, che nel corso della sua giovane vita ha dovuto trovare la forza per rialzarsi dopo un brutto colpo, rinascendo sotto un’altra luce. “Coraggioso non è colui che non prova paura… ma colui che riesce a superarla! [Nelson Mandela]”

Sul territorio locale molti ti conoscono per le tue partecipazioni agli eventi legati al progetto “Mi fido di Te” della Polizia Municipale di Terred’Acqua, ci parli di questa esperienza?
Da qualche anno a questa parte collaboro con il team “Mi Fido di Te”, che opera all’interno delle scuole medie dei Comuni di Terred’Acqua, dove si incontrano studenti e insegnanti per parlare e approfondire ambiti quali: il cyberbullismo, i pregiudizi e i rischi legati all’utilizzo inconsapevole del web. Il progetto prevede per ogni territorio alcune serate, dove oltre ai ragazzi/e e professori, incontriamo anche le loro famiglie, ai quali porto la testimonianza diretta della mia storia. Attraverso un video iniziale racconto loro di quando, dopo aver subito un incidente automobilistico invalidante (in pratica ho perso l’uso di entrambe le gambe), ho passato un periodo buio della mia vita, periodo dal quale sono riuscito a riemergere e a riprendere in mano la mia vita. La disabilità non mi “ha piegato” semmai ha cambiato le mie abitudini e ha reso necessari alcuni adattamenti al mio modo di vivere. Dalla mia tragica esperienza ho attinto una forza che non immaginavo di avere e che mi ha permesso di continuare a praticare le mie passioni. In particolare porto esempi concreti di come riesco a fare tutto ciò che per me è importante: dal guidare l’auto e la moto, praticare sport, lavorare, viaggiare, ecc… Questo vorrei trasmettere alle persone che incontro: la disabilità ti impone di adottare un punto di vista differente, trovare altre modalità, altre abitudini, ma non necessariamente è da considerarsi un limite.
Recentemente (15 novembre scorso) hai preso parte come relatore alla Giornata Nazionale per la Sicurezza Stradale a Roma, ci racconti di questo tuo altro impegno?
Anche questo è un progetto al quale sono molto legato. Per la seconda volta sono stato chiamato per portare il mio intervento al convegno che si svolge ogni anno a Roma (ora alla 7a edizione) in occasione della Giornata Nazionale, istituita dal Presidente della Repubblica, in memoria delle vittime della strada, richiamando la partecipazione di oltre 500 giovani provenienti da tutta Italia. Per quanto mi riguarda l’impegno è molto corposo: da circa sei anni vado nelle scuole, di diverse regioni italiane, per parlare agli studenti di sicurezza stradale. Anche qui racconto la mia vicenda personale con una duplice finalità: da una parte sensibilizzare ragazzi e ragazze ad una guida attenta e rispettosa del codice della strada per prevenire incidenti. In particolare parliamo di quanto alcuni fattori, come l’uso di cellulari, alcool e stanchezza, possano divenire fatali alla guida di un mezzo stradale. Dall’altro spiego loro come eventuali disabilità ti cambino la vita: ma ciò che all’inizio può sembrare un limite invalicabile, in realtà, con forza e determinazione, si può affrontare. Questo vale in particolar modo anche per le barriere mentali che sono più difficili da abbattere, senza le quali non c’è vera inclusione ma solo discriminazione.
Quest’anno (a maggio) hai vinto un’altra sfida, ovvero quella di fare da apripista alla 40a edizione della Strabologna camminando con l’esoscheletro, com’è nata l’idea?
In realtà già dal 2014 ho svolto specifici cicli di preparazione che mi hanno consentito di poter usare l’esoscheletro, ovvero un apparato meccanico che si indossa e ti permette di camminare tenendo una postura eretta del corpo. Ed anche questa è stata un’occasione speciale per rivivere la sensazione di camminare con le mie gambe e riappropriarmi anche della “visione”ad altezza-uomo, di poter quindi guardare le persone dritte negli occhi, che in sedia a rotelle mi manca un po’. In pratica sono stati i miei colleghi del servizio 118 (dove attualmente lavoro) a contattare gli organizzatori della Strabologna e, insieme, hanno reso fattibile e memorabile questa bellissima esperienza! Ho vissuto tutto con grande emozione, in particolare prima dell’avvio era prevista anche una breve intervista trasmessa da Radio Bruno, e poi ho camminato, con i miei colleghi al fianco, da Via Rizzoli sino a Piazza VIII Agosto, per poi lasciare il passo ai corridori della maratona.
Arriviamo alle tue tante altre passioni: moto, immersioni in acqua, andare a cavallo…
La moto è sempre stata una mia grande passione e dopo l’incidente riuscire a tornare in pista è stato per me una grande rinascita. Ci sono riuscito grazie anche al sostegno dell’Associazione Di.Di. (Diversamente Disabili) cui faccio parte, che mi ha aiutato a tornare in sella alla moto e gareggiare. In questi ultimi anni ho svolto competizioni a livello nazionale e internazionale e ora mi sono preso un po’ di tempo per dare spazio ad alcuni altri progetti. In particolare per beneficenza organizzo delle giornate che chiamo di “MotoTerapia” nelle quali porto i ragazzi diversamente abili in pista. E quindi, di fatto, non rimango a lungo tempo lontano dalle piste!
Ed ecco alcune altre passioni… Negli ultimi 3 anni mi sto preparato per praticare immersioni subacquee per le quali, in Toscana, ho sostenuto l’esame per il patentino e successivamente, in Mar Rosso, ho avuto modo di far pratica. Inoltre da un anno a questa parte frequento un maneggio (nei pressi di San Lazzaro) con dotazioni specifiche che mi consentono di cavalcare.
Progetti futuri?
Come hai detto tu non ho intenzione di fermarmi. Quindi anche per il futuro mi impegnerò in altre sfide. Ora che ci penso mi piacerebbe seguire il percorso sotto ai portici che, a piedi, porta fino al santuario di San Luca a Bologna. Da bolognese quale sono rappresenta una bella sfida, no?!

Laura Palopoli

Gianluca Stanzani:
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