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Ripartenza, l’Emilia-Romagna punta su export e internazionalizzazione

Per la ripartenza, l’Emilia-Romagna punta sull’export. L’obiettivo è stato ribadito mercoledì 22 luglio in occasione dell’incontro, in viale Aldo Moro a Bologna, tra il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e il sottosegretario agli Affari esteri con delega all’Internazionalizzazione delle imprese, Manlio Di Stefano. È stato fatto il punto sulle misure messe in campo dal Governo a partire dal Patto per l’export, che stanzia risorse per circa 1,4 miliardi. A questo si aggiunge Italia Going Digital, proposta delle Regioni per un programma multilivello 2020-23 dedicato allo sviluppo dell’e-commerce nell’ambito dello stesso Patto, sul quale si chiede di investire complessivamente 80 milioni di euro.
Dopo l’incontro con il presidente della Regione, al quale hanno partecipato diversi esponenti della Giunta, nel pomeriggio nelle torri regionali si è tenuto anche un incontro con le associazioni imprenditoriali e Università, introdotto dal presidente Bonaccini. Quindi,gli assessori Vincenzo Colla (Sviluppo economico) e Paola Salomoni (Università, ricerca e agenda digitale) hanno accompagnato il sottosegretario Di Stefano al Tecnopolo di Bologna, l’infrastruttura di livello internazionale che ospiterà uno dei Data Center più potenti al mondo, quello del Centro Europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf), organizzazione internazionale con sede a Reading (UK) che vede la partecipazione di 22 Stati membri, fra cui l’Italia, e 12 paesi cooperanti. Il Tecnopolo sarà la casa anche dei principali enti scientifici nazionali, dell’Agenzia Italia Meteo, e del supercomputer Leonardo, diventando il perno dell’Emilia-Romagna data valley europea e piattaforma internazionale dei big data, digitale e nuove tecnologie.

L’export è fondamentale per i prodotti made in Emilia-Romagna: nel 2019, con 66 miliardi di euro di esportazioni su 165 miliardi di Pil regionale, le esportazioni e più in generale l’internazionalizzazione del sistema produttivo regionale hanno rappresentato il fattore centrale per lo sviluppo economico del territorio. L’Emilia-Romagna è da anni la prima regione italiana per valore pro-capite e la seconda per volume di export.
Le conseguenze del Covid-19 sul commercio mondiale avranno ripercussioni anche sull’economia regionale benché il sistema delle imprese emiliano-romagnole abbia già iniziato a reagire, mostrando solidità nella sua struttura a filiera con settori come biomedicale, automotive, meccanica, packaging, moda, ceramica e alimentare.

Emilia-Romagna e internazionalizzazione
La Regione sostiene l’internazionalizzazione del sistema produttivo su quattro direttrici: la promozione e il rafforzamento delle principali filiere produttive con misure di aiuto alle imprese sia per l’internazionalizzazione che per il loro rafforzamento competitivo attraverso gli investimenti, la ricerca e innovazione e la formazione; il sostegno al sistema fieristico regionale, uno di più importanti del Paese per qualità e rilevanza degli eventi internazionali organizzati, che costituisce uno strumento di promozione dell’intero sistema produttivo regionale. Quindi l’internazionalizzazione del sistema della ricerca, innovazione e alta formazione, il sostegno alla proiezione internazionale delle Università e dei centri di ricerca per promuovere sia lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione sia per attrarre i migliori talenti a livello internazionale e valorizzare quelli emiliano-romagnoli e, infine, un forte investimento nella banda larga e nelle infrastrutture di ricerca.A queste direttrici si aggiunge il tema dell’attrazione degli investimenti, attraverso strumenti regionali, come la Legge regionale 14/2014, gli accordi di innovazione e gli accordi con Ice per la promozione internazionale delle opportunità di investimento.

regione.emilia-romagna.it

Gianluca Stanzani:
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