Mafie. Alfonso: “In Emilia Romagna hanno fatto buoni affari”

L’Emilia-Romagna “non è terra di mafia nel senso in cui può esserlo la Sicilia e la Calabria. Non è una zona in cui la mafia o la ‘ndrangheta controllano del territorio. Ma è una terra dove hanno fatto affari. E li hanno fatti bene, con grande loro vantaggio”. Lo dice oggi il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso, numero uno dell’antimafia in Emilia-Romagna, che traccia un suo bilancio prima del trasferimento a Milano.

Tuttavia l’Emilia-Romagna “è una terra ormai infiltrata, dove c’è radicamento. Non ci si sono stati conflitti armati tra clan e gruppi, anche se a Reggio c’è stato un periodo in cui c’erano incendi a centinaia”. Alfonso dice di aver voluto in questi anni “tracciare il percorso” non solo con l’inchiesta Aemilia, ma anche sul traffico di stupefacenti, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e i reati ambientali. “Per noi criminalità è anche questo”.

Ora, ha detto il procuratore in un altro passaggio dell’incontro con la stampa, “spero che il lavoro da me iniziato possa giungere a risultati migliori”. Alfonso ha rivendicato anche i risultati sul fronte organizzativo, a partire dagli 8.000 processi ‘smaltiti’ dai tempi del suo insediamento sotto le Due Torri. L’ultima ispezione ha mostrato che “l’arretrato è stato eliminato e i rilievi sono stati tutti rimossi. Gli sforzi sono stati premiati”.

Agenzia Dire – www.dire.it

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