Le interviste di CBN: Nicola Zamboni e Sara Bolzani

Questo mese l’intervista di CBN volge lo sguardo a Sala Bolognese, per l’ esattezza, all’Atelier – Laboratorio di Nicola Zamboni e Sara Bolzani: due scultori, coppia nella vita, uniti da una profonda intesa artistica. In un periodo in cui appare sempre più difficile affidarsi all’arte quale elemento per valorizzare una comunità abbiamo scelto di parlarne insieme a loro che, di recente, hanno progettato e realizzato alcune opere per il Comune di Sala Bolognese.
Parliamo delle opere che il Comune di Sala Bolognese vi ha commissionato, e che ora si trovano collocate sulla facciata anteriore del Municipio, volte a fornire perenne memoria di alcuni momenti significativi della Storia Italiana.
Il gruppo di opere in rame [ndr: inaugurate all’inizio del mese scorso] che abbiamo realizzato e consegnato alla comunità di Sala Bolognese si compongono di più elementi: il primo si riferisce alla data di promulgazione della Costituzione (27 dicembre 1947), il secondo è legata alla morte del Magistrato Giovanni Falcone (ore 17:58 del maggio 1992), il terzo riconduce alla Strage di Bologna (ore 10:25 del 2 agosto 1980) e l’ultima parte rappresenta il territorio di Sala Bolognese. Per il denso significato evocativo che queste installazioni artistiche sono destinate a trasmettere, abbiamo scelto di rimanere sull’ambito figurativo-simbolico, in cui la dimensione dello spazio e il trascorrere del tempo si fondono insieme. In particolare, l’opera che risulta come la più estesa di tutto il gruppo, è quella in cui abbiamo riprodotto, su filamenti orizzontali, una rassegna di elementi stilizzati che raffigurano le caratteristiche distintive del luogo e della comunità di Sala.
Forse molti non lo sanno, ma sono davvero tante le opere dislocate nei vari Comuni del territorio che portano la vostra firma: a San Giovanni in Persiceto, Sant’Agata Bolognese, Bentivoglio, Castel Maggiore, San Giorgio di Piano, Pieve di Cento, Borgo Panigale, Altedo, ecc… c’è qualcosa che accomuna tutti questi lavori?
Sono tutte opere legate alla memoria del luogo. Nel senso che ogni elaborato artistico è, in realtà, frutto di un lavoro preliminare di analisi del contesto (spesso facciamo anche diversi incontri con i cittadini) per far sì che l’opera rifletta i valori del territorio. Ogni qual volta una comunità ci propone di realizzare un’opera inizia, per noi, un periodo d’intensa ricerca volta a rendere il risultato armonico con l’ambiente circostante e le caratteristiche del luogo. Esiste dunque uno stretto legame tra le opere e il territorio, che – a nostro avviso – è giusto che ci sia «l’arte dovrebbe essere espressione di una volontà comune che ti indica “cosa” fare, sta poi all’artista individuarne il “come” realizzarla». In tal modo l’arte crea un dialogo diretto tra gli artisti e la comunità, un dialogo che andrebbe preservato.
Qual è dunque, secondo voi, il valore dell’arte, inteso come patrimonio culturale?
È questo il punto: si fatica ad attribuire il vero valore di un’opera artistica. Soprattutto in un periodo, come quello in cui stiamo vivendo, in cui tutto sembra dover essere quantificabile in termini economici – come i beni di consumo – è bene ribadire che l’arte non serve ad uno scopo, ma deve il proprio valore ad una funzione ben più elevata: affermare il bello (questa la sua missione). A tal proposito siamo sempre più convinti che le opere d’arte dovrebbero essere collocate soprattutto fuori da Musei e Gallerie, per essere a disposizione di tutti: nelle strade, nelle Piazze, nei parchi, nelle stazioni. L’arte ha dunque il compito di accompagnarci nel nostro vivere quotidiano, in modo che vedendo elementi di bellezza intorno a noi, ci si possa soffermare e coglierne ogni espressione. Il bello nutre e rasserena, affina i nostri sensi. Forse si sta perdendo quest’aspetto… la fretta ci induce ad andare veloci, senza poter cogliere le sfumature e il senso di ciò che ci circonda. L’educazione all’arte potrebbe aiutare le persone ad avere maggiore senso critico o, anche solo, indurre a porsi delle domande.
Come scriveva Sigmund Freud “l’utilità della bellezza non è evidente… che sia necessaria alla civiltà non risulta a prima vista, eppure la civiltà non potrebbe farne a meno” (Il disagio della civiltà, 1929).
Molte delle vostre opere scultoree sono realizzate utilizzando il rame. Quali sono i motivi che vi inducono a prediligere questo materiale?
Il rame perché più economico e molto duttile. Ci permette di lavorare a costi contenuti realizzando un maggior numero di opere scultoree (ad esempio il bronzo è decisamente molto più costoso del rame). Inoltre la scelta di questo materiale va incontro ad una dimensione dell’arte lenta e contemplativa, come la concepiamo noi. Ovvero le nostre opere sono spesso realizzate con rame modellato, seguendo una tecnica che prevede di tagliare il rame in piccole tessere e poi saldarle, una ad una, per conferire forma e rotondità alle figure. Questo lavoro è frutto di abilità, tecnica ed esperienza acquisita negli anni. E, nonostante sia da tanto tempo che lavoriamo con il rame, ancora oggi il materiale ci porta a scoprire nuovi modi di lavorarlo… ecco perché ogni pezzo che realizziamo rimane, in virtù di queste caratteristiche, unico ed irriproducibile.
Progetti attuali e futuri?
Recentemente il nostro Atelier è stato tappa di un tour locale [ndr: Grand Tour 2019] di visitatori che abbiamo accolto con grande piacere e, in generale, siamo sempre felici quando persone e studenti vengono a visitare il nostro laboratorio dove siamo soliti progettare e realizzare le nostre opere. Per quanto concerne i nostri progetti ne abbiamo uno, in continua evoluzione, che abbraccia passato e futuro. Si trova nell’area verde, all’esterno dell’Atelier, dove appunto trova collocazione un gruppo scultoreo, denominato “Umanità”. Nel 2002 abbiamo iniziato a realizzare questo insieme di sculture di rame (quali cavalieri, cavalli, donne, ecc…) trando ispirazione al quadro della famosa Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, poi nel corso degli anni si è andato arricchendo di nuove figure e nuovi significati. In pratica tale gruppo scultoreo si presta, sempre più, a rappresentare un’allegoria della vita e dei tempi moderni.

L’Atelier e il “Parco delle Sculture” sono visitabili, previo appuntamento, ai contatti:

Nicola Zamboni: www.nicolazamboni.it   nicolazamboni@libero.it
Sara Bolzani: www.sarabolzani.it   sara.bolzani@libero.it

Laura Palopoli

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