Intesa Regione-Sindacati sulle prestazioni aggiuntive del personale medico nei Servizi di Emergenza-urgenza

C’è l’intesa Regione Emilia-Romagna/Sindacati sulle prestazioni aggiuntive del personale medico nei Servizi di Emergenza-urgenza del sistema sanitario regionale.

L’accordo, che segue la legge regionale, formalizzato con una delibera di Giunta e sottoscritto con le Organizzazioni sindacali di categoria (Cgil Fp, Cisl Medici, Uil Medici, Anaao Assomed, Aaroi Emac, Anpo, Ascoti, Fials, Fvm, Fassid) stabilisce che, per affrontare la grave carenza di personale medico e ridurre l’utilizzo delle esternalizzazioni, le Aziende e gli Enti del Servizio sanitario regionale possano ricorrere al lavoro straordinario in via eccezionale e per il tempo strettamente necessario, in ogni caso fino al 31 dicembre 2023.

E contemporaneamente mette nero su bianco il riconoscimento, a partire dall’1 gennaio di quest’anno, di 100 euro all’ora – con una tariffa oraria che va oltre quanto stabilito dal Contratto collettivo nazionale di lavoro – ai medici che, su base volontaria, prestano la propria attività aggiuntiva.

Due gli ambiti interessati: tutti i Servizi di emergenza-urgenza ospedalieri delle Aziende ed Enti del servizio sanitario regionale e, considerata la loro integrazione con l’organizzazione ospedaliera, anche i servizi della rete del 118, sia ambulanze e automediche che elisoccorso.

“Mentre studiamo la riforma del sistema di emergenza-urgenza, separando la presa in carico delle emergenze da quella delle urgenze e potenziando il coinvolgimento delle strutture territoriali, approviamo questo accordo per riconoscere ai nostri professionisti sanitari, in maniera tangibile, lo sforzo che mettono quotidianamente in campo per assicurare la continuità e la qualità del servizio- afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. I prossimi mesi saranno decisivi per la riforma complessiva del sistema, per continuare a garantire ai cittadini questi servizi essenziali e per restituire ai professionisti dell’emergenza-urgenza un benessere lavorativo messo a dura prova dalla carenza degli organici”.

L’accordo

Il personale che può svolgere, su base volontaria, le prestazioni aggiuntive in Pronto soccorso e rete del 118 è costituito dai dirigenti medici che operano nelle Unità Operative di Pronto soccorso e 118 e dai dirigenti medici in servizio presso altre U.O. e inquadrati in discipline equipollenti o affini a quelle di Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza.

Inoltre, nei casi in cui sia strettamente necessario per la copertura dei fabbisogni, l’accordo stabilisce che potrà essere valutato di consentire lo svolgimento delle prestazioni aggiuntive anche a medici in servizio presso altre U.O. e inquadrati in discipline diverse; in questa ipotesi i direttori/responsabili delle U.O. individueranno le specifiche attività che possono essere richieste ai dirigenti medici ed i relativi ambiti di autonomia, da esercitare nell’ambito dei contesti organizzativi dedicati ai casi che presentano minore complessità.

Spetta alle singole Aziende predisporre il piano delle attività da coprire mediante il ricorso alle prestazioni aggiuntive, anche alla luce dei carichi di lavoro e delle dotazioni organiche, con l’indicazione dei Servizi di emergenza-urgenza interessati e il budget programmato, che dovrà essere approvato dalla Direzione Generale Cura della persona, Salute e Welfare della Regione.

Infine, l’intesa stabilisce che il ricorso alle prestazioni aggiuntive è consentito in via eccezionale e temporanea, solo quando sia oggettivamente impossibile, per la copertura dei fabbisogni di personale, ricorrere ad assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato e determinato o all’impiego dei professionisti con contratti di lavoro autonomo.

Elena Contini

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