Contro la violenza alle donne, la Regione conferma il proprio impegno per il reddito di libertà

Un aiuto concreto per le donne vittime di violenza che scelgono un percorso di autonomia. La Regione conferma il proprio impegno a sostegno del reddito di libertà, stanziando anche per il 2023 1,3 milioni di euro. Risorse del bilancio regionale che permetteranno di integrare in modo significativo quelle nazionali in calo e dare una risposta alle domande ancora non accolte per mancanza di fondi.

È quanto prevede una delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessora alle Pari Opportunità Barbara Lori.

Già nel 2022 la Regione aveva stanziato risorse proprie per 1,3 milioni di euro, integrando in questo modo gli 873mila euro che le erano stati assegnati dallo Stato per il periodo 2020-2022. Una scelta che aveva permesso di finanziare 265 richieste aggiuntive, portando il numero complessivo degli assegni erogati in Emilia-Romagna a 443.

Il reddito di libertà

Il reddito di libertà è rivolto alle donne vittime di violenza e prevede l’erogazione di un assegno mensile fino a 400 euro per un periodo massimo di un anno. Destinatarie sono le donne con figli minori o senza figli, seguite da un Centro antiviolenza ufficialmente riconosciuto e in condizioni di bisogno economico. Per questo, la domanda che le interessate possono fare al proprio Comune di residenza deve essere corredata oltre che da un’attestazione del Centro antiviolenza relativa al percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso, anche da una certificazione dei Servizi territoriali che dimostri le condizioni di difficoltà socio-economica. L’assegno viene erogato dall’Inps in un’unica soluzione per un massimo di 12 mensilità, pari dunque a 4.800 euro. Tra le spese che possono essere coperte anche quelle per l’istruzione e la formazione dei figli.

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