Anziani in Case famiglia, nuove regole per tutelarli

Più sicurezza e qualità nelle Case famiglia dell’Emilia-Romagna, a tutela degli ospiti, persone non autosufficienti, spesso anziani, e dei loro familiari. Requisiti minimi di qualità, omogenei per tutto il territorio regionale, che devono essere rispettati per l’avvio e l’esercizio dell’attività, dalle caratteristiche strutturali a quelle organizzative e di funzionamento. Un’attività strutturata di vigilanza e controllo, senza preavviso né limiti di orario, per verificare il possesso e il mantenimento degli standard richiesti, ma anche per prevenire episodi di abusi e maltrattamenti. La creazione di specifici elenchi comunali con le strutture d’eccellenza (“Case famiglia di qualità”) che, su base volontaria, dimostreranno di possedere elementi aggiuntivi migliorativi per la qualità della vita e l’assistenza degli ospiti.

A mettere questi punti nero su bianco sono gli “Indirizzi regionali per i regolamenti locali sulle Case famiglia” elaborati da Regione e Anci Emilia-Romagna con la collaborazione e la condivisione di Organizzazioni sindacali – con le quali è stato sottoscritto uno specifico Accordo – Associazioni di pazienti e famigliari, esperti dei Comuni e delle Aziende Usl, Comitati Consultivi Misti. Il documento è stato inviato in queste ore ai Comuni e alle Ausl con uno specifico obiettivo: supportarli nello svolgimento di un’attività di fondamentale importanza per il welfare delle comunità locali, attraverso la definizione di regole omogenee e chiare per tutti. Perché proprio sulla base di queste Linee guida i Comuni potranno decidere di emanare, nel proprio territorio di competenza, specifici regolamenti a cui i gestori delle Case famiglia dovranno attenersi. Si tratta di strutture di tipo familiare, appunto, con funzioni di accoglienza e bassa intensità assistenziale, che possono ospitare fino a un massimo di 6 persone, in condizioni di autosufficienza o di lieve non autosufficienza, non soggette all’autorizzazione al funzionamento, rispetto alle quali è in capo a Comuni e Aziende sanitarie l’attività di vigilanza.

regione.emilia-romagna.it

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