Il progetto di parco tematico medievale e la sinergia con l’Archimede

Si è tenuta sabato 26 ottobre, nell’auditorium dell’Istituto Archimede, una sessione della “Festa Internazionale della Storia con la presenza del prof. Rolando Dondarini, docente di Storia Medievale e Didattica della Storia presso l’ateneo bolognese. L’occasione è stata particolarmente densa di implicazioni sia contenutistiche (la lectio ha riguardato la fase altomedievale nell’area persicetana come limes fra territori bizantini e domini longobardi più spostati verso Modena e l’importanza del Medioevo come epoca chiave per la definizione della identità europea) sia di politica culturale e marketing territoriale. La mattinata è stata infatti dedicata anche alla illustrazione del progetto di parco tematico archeologico medievale, ispirato alla living history, portato avanti dalla amministrazione comunale con il contributo determinante della Regione Emilia-Romagna che vedrà, già a partire dal 2020, l’inizio dei lavori che si concluderanno l’anno successivo, come precisato dal sindaco di Persiceto presente all’incontro. Silvia Marvelli di Agenter ha illustrato il rigore scientifico della ricostruzione che si ispira ad un villaggio su palizzate effettivamente scavato, anche in quella occasione con il coinvolgimento di Archimede, nell’area della ex Geovis (Sant’Agata Bolognese) alcuni anni fa.
Torre di avvistamento, sentieri, motta, grandi capanne, laguna, porto sono elementi rilevati in quella occasione e che saranno fedelmente riprodotti nell’area ex zuccherificio, una location contigua al grande istituto di Istruzione Superiore Persicetano. Scontato quindi, e quanto mai foriero di ricadute didattiche, il coinvolgimento di docenti e studenti del polo persicetano come ha sottolineato il dirigente Mauro Borsarini. Lo stesso ha richiamato anche le esperienze didattiche già in atto sul tema del Medioevo come una delle chiavi di comprensione delle specificità del territorio persicetano. Circostanza ribadita anche dalla docente Manuela Iob, impegnata con la storica Raffaella Raimondi in un progetto articolato su più annualità, volto alla esplorazione guidata della Bologna medievale per le classi dell’Archimede. D’altra parte anche nel numero precedente di questa rivista ne abbiamo riportato un esempio di living history, legato alle tecnica longobarda di fusione dei metalli riprodotta in un laboratorio didattico mirato, svoltosi presso l’Istituto diretto da Borsarini.
Il dirigente ha rimarcato inoltre le grandi potenzialità legate alla realizzazione del villaggio altomedievale per una metodica basata sulla storia ricreata e rivissuta come esperienza diretta. Innegabile l’effetto di avvicinare i ragazzi ad una disciplina fondamentale ma talvolta non amata. Inconveniente non da poco in un paese, come l’Italia, con il più grande giacimento di beni culturali del mondo. Ribadita anche la connessione fra beni culturali e beni ambientali e richiamate le grandi competenze presenti in Agenter per un approccio innovativo alla ricerca archeologia, in grado di coinvolgere discipline come la palinologia, l’archeobotanica, le indagini stratigrafiche. Anche in questo caso con immediate ricadute didattiche come emerso dagli interventi ancora della dott.sa Marvelli di Agenter e dei professori Giuseppina Di Sabato e Stefano Catasta dell’Archimede. Quest’ultimo utilizzerà le fasi costruttive del villaggio come un prezioso terreno di conoscenza ed indagine a beneficio e con il coinvolgimento delle classi dell’indirizzo tecnico dell’Archimede.

Fabio Poluzzi

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