Anzola: chiusura parchi, aree verdi, utilizzo biciclette, aree di sgambamento

Sarò chiaro, netto e risoluto, unicamente perché amo il mio paese e la mia comunità, nella piena consapevolezza che se ci si concentra sul rispetto delle prescrizioni è molto improbabile essere contagiati, ma se ci si concentra, invece, sull’esatto numero dei contagiati, è molto probabile andare a farne parte.
Nell’ultima informativa avuta da Carabinieri e Polizia locale (che continuo a ringraziare per l’importante lavoro svolto) mi viene purtroppo rappresentata una situazione non più tollerabile: da nuclei familiari che passeggiano nel tratto di via Baiesi che va alla tenuta Orsi-Mangelli, oppure lungo la pista ciclabile Anzola-Lavino, a persone che si recano più volte al giorno a fare la spesa, o girano in bicicletta per il paese senza una meta.
Non è evidentemente chiara a tutti la situazione, ma soprattutto non è chiara la pericolosità connessa alla propagazione del contagio.
Unicamente per questo, ho emesso un’ulteriore ordinanza restrittiva (spero vivamente sia l’ultima) affinché si possano correggere comportamenti pericolosi per tutti: l’ordinanza limiterà ciò che si può giuridicamente limitare e non ciò che non si può (al di là dei proclami politici che a nulla servono). Unicamente per questo, non posso vietare l’attività motoria, ma richiamo tutti quanti al senso di responsabilità: temporaneamente si deve evitare di “passeggiare”, consentendo la sola attività motoria per chi è obbligato a farla. Quindi, vi prego: STATE IN CASA!
A questo proposito, ne approfitto anche per chiarire la mia posizione di sindaco sul numero esatto dei contagi. Noto, con disappunto, che alcuni miei colleghi sindaci pubblicano quotidianamente i dati relativi al numero dei contagiati. Pur con il massimo rispetto per la loro scelta, io la trovo non solo inutile ma addirittura dannosa e controproducente. Concentrarsi sul numero dei contagi (i numeri oscillano, in ogni comune, da alcune unità ad una ventina di persone, che parametrate al numero della popolazione residente, restituisce percentuali di nessuna rilevanza) non fa altro che provocare due tipi di problemi: il primo, inevitabile, è la sottovalutazione della portata della situazione che stiamo vivendo (poche unità sulle decine di migliaia, infatti, tendono a non spaventare nessuno), il secondo, forse peggiore, è la conseguente ricerca mediatica dei soggetti risultati positivi al tampone.
Peraltro, i dati sono disponibili, per tutti, su vari siti internet, quindi, per certo, ciascuno di noi ha la possibilità, se vuole, di visionarli.
Io, per essere ancora più chiaro, faccio un ragionamento semplice, immediato e matematico. Premesso che dei soggetti risultati positivi al tampone, come sindaco, non posso, anche volendo, comunicare né il nominativo né la residenza, sarei davvero curiosi di capire, con esattezza, in cosa stia il valore aggiunto nel sapere che in un comune i positivi al tampone sono 5, piuttosto che 10, piuttosto che 20 (perché, lo ripeto, sono questi i numeri dei quali dissertiamo su molti Comuni della provincia), considerato anche che il dato, come detto, si spalma su una popolazione residente che, come minimo, supera i 10.000 abitanti (quando non le decine di migliaia).
Io sono quel sindaco che su Facebook, senza tema di smentita, non ha mai lesinato informazioni, ma devono essere di qualche utilità, e soprattutto non devono rivelarsi potenzialmente dannose.
Piuttosto, io invito tutti, in modo sincero, a valutare l’intera questione sotto un punto di vista diametralmente opposto. Quello cioè dei positivi al tampone (che non hanno di certo colpe) e quello dei quarantenati (che di colpe ne hanno ancora meno). Ecco, queste persone, con cui sono in contatto (solo alcune, purtroppo, non tutte), sono letteralmente terrorizzate dalla gogna mediatica che possono subire. Ed hanno assolutamente ragione. Io ho non solo il dovere, ma l’obbligo di proteggerli da qualunque rischio, anche minimo, di fuga di notizie. Ora, dal mio punto di vista – e lo ribadisco per la terza volta affinché sia molto chiaro – il concetto è semplice: che ad Anzola i positivi al tampone siano 5, 10 o 20, non deve in alcun modo interessare ma, soprattutto, non deve in alcun modo modificare l’assoluto obbligo, per tutti, di rispettare le regole restrittive che man mano vengono indicate (!).
Aggiungo due ulteriori elementi che ritengo rilevanti, a suffragare il fatto che fornire i numeri dei positivi al tampone, può rivelarsi addirittura fuorviante. Il primo: il c.d. “percorso del contagio”. Per colui cioè che risulta positivo al tampone diventa essenziale risalire all’origine del contagio. Se ciò si riesce a fare, infatti, si blocca, in quel caso specifico, la catena del contagio stesso, mettendo in quarantena tutti coloro che hanno avuto contatti con il soggetto. In caso contrario, invece, rimangono “falle” nel percorso, e quindi nuove possibili fonti di contagio. Bene: ad Anzola, per ogni soggetto risultato positivo al tampone, è stato correttamente ricostruito tutto il percorso del contagio: in altri comuni questo invece, per più ragioni, non è avvenuto.
Il secondo: il contagio in ambito familiare. Può cioè accadere che un soggetto che ancora non sa di avere contratto il coronavirus, contagi tutto il proprio nucleo familiare. Ad Anzola, almeno in un caso, è esattamente successo questo. In verità, però, proprio in questo caso, il dato numerico, che porta alla sommatoria di tutto il nucleo familiare contagiato, dovrebbe invece portare ad 1: infatti, è come se si trattasse di un unico soggetto, in quanto fonte del contagio e percorso dello stesso, coincidono in modo assoluto per tutti i componenti della famiglia.
A tacere, infine, di ciò che la comunicazione quotidiana del bollettino dei contagiati, non può e non potrà mai dire: mi riferisco ai c.d. portatori sani, coloro cioè che il virus lo hanno ma non manifestano alcun sintomo. Ecco: con questi ultimi come ci si comporta? Quanti ne abbiamo in ciascun comune. È di questi, tanti o pochi che siano, che dobbiamo avere timore, e non certo di coloro che sono stati trovati positivi al tampone. Ed il cerchio così si chiude, ancora una volta, con lo stesso concetto:
PIÙ ATTENZIONE AL RISPETTO DELLE REGOLE E MENO ATTENZIONE AL NUMERO ESATTO DEI CONTAGIATI. PER FAVORE: STATE IN CASA! Grazie!

dal profilo Fb di Giampiero Veronesi – sindaco di Anzola dell’Emilia

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