Export, liquidità alle imprese, approvvigionamento idrico i temi al centro del Consiglio regionale di Confagricoltura

Dopo aver superato mesi di emergenza sanitaria e climatica, il comparto agricolo dell’Emilia-Romagna fa sentire la sua voce proprio da Piacenza, uno dei territori più colpiti dalla pandemia, ed è pronto a ripartire da una nuova programmazione agricola. C’è soddisfazione per gli anticipi previsti dalla Politica agricola comune (Pac) e sui finanziamenti alle imprese ricevuti del Piano di sviluppo rurale (Psr), e ora servono una nuova programmazione dei contributi europei che ridia all’agricoltore dignità economica, liquidità alle imprese, e soprattutto il rilancio del paese sul piano delle esportazioni.

Sono stati questi i punti al centro del Consiglio regionale di Confagricoltura, al Palazzo dell’agricoltura di Piacenza, a cui hanno partecipato i vertici dell’associazione emiliano-romagnola Marcello Bonvicini (presidente Confagricoltura Emilia-Romagna), Filippo Gasparini (Presidente di Confagricoltura Piacenza), Guido Zama (Direttore Confagricoltura), Marco Casagrande (Direttore Confagricoltura Piacenza), Giovanna Parmigiani (rappresentante Emilia-Romagna giunta nazionale Confagricoltura) e l’assessore regionale, Alessio Mammi.

Al centro dell’incontro anche altre necessità come la semplificazione per le imprese del comparto agricolo.

Infine, le necessità idriche del territorio, con la visita dell’assessore Mammi, accompagnato dal presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza Fausto Zermani, alla traversa di Sant’Agata, sul fiume Trebbia, la presa d’acqua più antica del territorio piacentino, un’opera irrigua di importanza nevralgica per il territorio, che alimenta circa 1.000 ettari di terreni coltivati prevalentemente a pomodoro da industria.

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