4 febbraio, Giornata mondiale contro il cancro: l’impegno della Regione su prevenzione e cura

Una sanità sempre più vicina ai pazienti, in una logica di “prossimità” delle cure da sviluppare attraverso il decentramento sul territorio della parte meno complessa dell’assistenza al malato, anche e soprattutto in ambito oncologico.
Un obiettivo da raggiungere grazie al potenziamento delle Case di comunità e al prezioso contributo della telemedicina.
La Regione da tempo è impegnata nella progettazione di nuove modalità organizzative per portare l’assistenza e le terapie più vicine al domicilio del paziente
La Regione punta ad estendere su tutto il territorio il modello di oncologia territoriale per assicurare oltre che la continuità, anche la prossimità delle cure al malato, in particolare nelle aree collinari e montane con maggiori difficoltà di spostamento.
Un prezioso aiuto in questo campo può venire dai progressi della telemedicina, che può garantire la massima continuità assistenziale al paziente, senza che quest’ultimo debba necessariamente recarsi presso le strutture sanitarie. 

I risultati delle campagne di screening gratuito promosse dalla Regione

La nuova frontiera dell’oncologia territoriale si affianca alle campagne di screening gratuito che la Regione ha messo in campo da tempo per la prevenzione e la diagnosi precoce delle forme più diffuse di tumore (colon-rettoseno e collo dell’utero). Malattie che purtroppo continuano a fare molte vittime anche in Emilia-Romagna, anche se i risultati finora ottenuti sono più che incoraggianti.

Colon retto
Dal 2005 ad oggi, quando è partito lo screening del tumore del colon retto, il secondo più diagnosticato nelle donne e il terzo negli uomini, la mortalità in regione è diminuita del 30%. Un dato che può solo migliorare, visto che ad oggi solo il 50% delle persone invitate si sottopone al test.

Tumore al seno
In Emilia-Romagna sono circa 4.500 i nuovi casi all’anno; il diffondersi dello screening per la diagnosi precoce e l’utilizzo delle terapie innovative hanno permesso di innalzare all’80% la speranza di sopravvivenza a 10 anni dalla prima diagnosi.

Collo dell’utero
Al 1^ gennaio 2021 (ultimo dato disponibile) più del 60% delle oltre 1 milione 200 mila donne nella fascia di età 25- 64 anni avevano aderito allo screening gratuito contro il Papilloma virus.

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