Risparmio energetico, la Regione fa da apripista e progetta nella sua sede una Comunità energetica rinnovabile (Cer)

Nel percorso verso la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni di gas climalteranti in atmosfera, la Regione Emilia-Romagna parte da se stessa.

E lo fa ponendosi come apripista nella realizzazione di una Comunità energetica rinnovabile (Cer).

Un progetto, questo, all’interno del più ampio piano “Smart & Green Buildings”, cui la Giunta sta lavorando per l’efficientamento energetico degli edifici nei quali svolge la propria attività l’ente Regione e la razionalizzazione degli spazi, in un’ottica di riduzione degli sprechi e dei consumi.

Ne ha parlato lo scorso 28 febbraio in Assemblea l’assessore al Bilancio, Paolo Calvano, durante il question time.

“La Regione vuole fare da apripista nella progettazione e realizzazione di una Comunità energetica rinnovabile, anche per essere da stimolo per altre realtà pubbliche e private, per le quali è in corso un primo bando di finanziamento da 2 milioni di euro- ha sottolineato-. Vogliamo darci obiettivi concreti verso lo sviluppo sostenibile e l’obiettivo della decarbonizzazione prima del 2050. E lo facciamo a partire da noi stessi, come ente, dagli edifici ma anche favorendo modalità di lavoro agile che si traducono in un numero minore di spostamenti, e quindi di minor inquinamento”.

Cosa si sta facendo

Il percorso di progettazione integrata, per la costituzione di una Comunità energetica rinnovabile (Cer) all’interno del Fiera District è stato dunque avviato.

Attualmente è in corso la redazione di uno studio di fattibilità tecnico-economica preliminare, con il supporto di ArtER, che sarà a breve sottoposto alla valutazione della Giunta, insieme al cronoprogramma per la definizione dei passi successivi. Sono in corso le verifiche sui requisiti dei soggetti da includere nella Comunità e della loro modalità di connessione, attraverso interlocuzioni tecniche con Fiera srl, il Comune di Bologna e la Città Metropolitana.

L’analisi in corso ha visto una prima indagine sui consumi di energia elettrica nell’area del Fiera District, con particolare riferimento ai consumi della Regione, pari a circa 7 GWh/anno con una differenza stagionale quasi nulla e con oltre il 50% dei consumi in fascia F1, la più costosa (che è quella di maggiore produzione fotovoltaica), e alla Fiera di Bologna, con consumi pari a circa 10GWh/anno, una forte differenza stagionale e un condizionamento legato alla presenza o meno delle fiere biennali.

Per valutare il potenziale fotovoltaico, sono in corso approfondimenti sulle coperture utilizzabili per l’installazione. Elaborato lo scenario degli impianti realizzabili in copertura e sui parcheggi, sarà possibile calcolare la stima economica delle opere necessarie (elettriche ed edili) e dei costi di investimento per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico.

Ottenuta una stima di massima dei KWp (Kilowatt picco) realizzabili sulle coperture, e della conseguente produzione annua, sarà necessario elaborare degli scenari sul prezzo di acquisto e di vendita dell’energia. Questo per calcolare i risparmi in bolletta derivanti dall’autoconsumo dell’energia prodotta, il valore degli incentivi premio, nonché i ricavi provenienti dalla vendita dell’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici e immessa in rete.

Chiara Vergano

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