Confcooperative al ministro Pichetto Fratin: «Sì alla transizione ecologica, ma la sostenibilità deve essere anche economica»

«La transizione ambientale è un’occasione fondamentale per innovare il modo di fare impresa e creare nuovo lavoro. Le imprese devono essere coinvolte nel processo di transizione, ma la sostenibilità deve essere economica oltre che ambientale. Senza la seconda non si ottiene la prima. Ringraziamo il Ministro per aver accettato il nostro invito. È il segnale importante della volontà di instaurare un confronto costruttivo».

Così Confcooperative Lavoro e Servizi e Confcooperative Consumo e Utenza, che hanno incontrato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin intervenuto a “La Transizione Ambientale: opportunità di lavoro e sviluppo”, oggi al Palazzo della Cooperazione a Bologna.

«È necessario superare il contrasto ideologico tra cura dell’ambiente e attività umana. La sostenibilità ambientale ha dei costi di cui bisogna essere realisticamente consapevoli e l’evoluzione dei processi produttivi deve avvenire con la giusta gradualità. Chi investe in energia verde, in ambiente e in economia circolare – sottolinea Massimo Stronati, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi – lo fa per il futuro. Servono investimenti strategici sulle infrastrutture, per le reti di distribuzione energetica o il potenziamento degli impianti di riciclo. La transizione ambientale è la chiave per rispondere a nuovi bisogni e nuove sfide globali».

«Le imprese cooperative energetiche, in particolare quelle che autoproducono energia da fonti rinnovabili, hanno una storia secolare e contribuiscono allo sviluppo economico e sociale dei territori in molte aree del Paese – afferma Roberto Savini, presidente di Confcooperative Consumo e Utenza –. Sono realtà imprenditoriali dinamiche che puntano all’innovazione, ma vanno riconosciute e tutelate maggiormente. Sono uno strumento fondamentale a difesa delle famiglie e delle imprese dagli shock dei prezzi. Le nuove comunità energetiche rappresenteranno una vera opportunità di sviluppo se potranno rispondere concretamente ai bisogni delle persone, in particolare alle fasce più fragili della popolazione».

I NUMERI DELLE FEDERAZIONI:

Confcooperative Lavoro e Servizi associa oltre 4.000 imprese, circa 220.000 soci, per un fatturato aggregato che si attesta attorno agli 8 miliardi di euro.

Confcooperative Consumo e Utenza associa circa 600 imprese, con 8000 dipendenti e un fatturato aggregato che si attesta attorno ai 12 miliardi.

Addetto stampa Confcooperative Emilia Romagna

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