Bologna, solo 6 Comuni su 55 hanno approvato i piani urbanistici. Piccinini (M5S): “Numeri dimostrano fallimento della legge regionale”

“Alla data del 27 novembre scorso soltanto 6 Comuni su 55 nella Città Metropolitana di Bologna avevano approvato, adottato o assunto i rispettivi Piani Urbanistici Generali. In pratica la quasi totalità delle amministrazioni locali non ha ancora nemmeno avviato l’iter per dotarsi di uno strumento indispensabile per la pianificazione urbanistica che, secondo quanto stabilito proprio dalla legge regionale sul consumo di suolo, deve necessariamente concludersi entro il 1 gennaio del 2024. Uno scenario a dir poco desolante e che dimostra, ancora una volta, la totale inefficacia di uno strumento normativo che non è riuscito, né riuscirà, a combattere efficacemente la cementificazione del nostro territorio visto che, come riportato dagli ultimi dati Ispra, Bologna è seconda in regione con un incremento netto di consumo di suolo pari a 117,71 ettari”. È quanto denuncia Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, che nei giorni scorsi ha presentato un accesso agli atti per chiedere alla Giunta l’elenco aggiornato dei Comuni e delle Unioni di Comuni che avessero già approvato i rispettivi PUG ai sensi della legge regionale contro il consumo di suolo che fissa la data del 1 gennaio 2024 come ultimo termine per l’approvazione dei Piani Urbanistici Generali senza possibilità di ulteriori deroghe.  “Secondo i dati che ci sono stati forniti dalla stessa Regione, solo Bologna ha approvato il PUG – spiega Silvia Piccinini – A Sala Bolognese è stato adottato mentre Calderara di Reno, Molinella, San Benedetto Val di Sambro e San Giovanni in Persiceto l’hanno soltanto assunto. In tutto si tratta di appena 6 Comuni su 55, quasi l’11% del totale. Per tutti gli altri si aprirà una fase incertezza che non garantirà la riduzione promessa”. In quei Comuni che alla data del 1 gennaio 2024 non abbiano approvato il PUG, infatti, i vecchi piani particolareggiati non saranno più in vigore ma le amministrazioni potranno comunque continuare a pianificare e approvare interventi come, per esempio, quelli che prevedono l’espansione di insediamenti produttivi già esistenti e che non rientreranno nemmeno nella deroga del 3%. “È evidente, quindi, quanto sia necessario che la legge regionale venga modificata al più presto così come chiediamo da tempo – aggiunge Silvia Piccinini –. Per contrastare gli stravolgimenti climatici che stiamo vivendo, come purtroppo dimostra la terribile alluvione dello scorso maggio, servono strumenti realmente efficaci e non norme che si propongono di fermare il cemento per poi farlo rientrare dalla finestra” conclude la capogruppo regionale M5S.

Ufficio stampa
Gruppo Assembleare MoVimento 5 Stelle
Regione Emilia-Romagna

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