Le interviste di CBN: Raffaella e Arnalda… su “Re Gino”

Questo mese le protagoniste dell’intervista sono Raffaella Scagliarini e Arnalda Parmeggiani (di Persiceto), abbiamo scelto loro – e insieme – perché è proprio grazie alla loro fortunata complicità che ha avuto origine la storia di “Re Gino”. Entrambe “creative ed allegre” sono state le principali “madrine” della dilagante popolarità del gatto Gino.

Partiamo dall’inizio: come avete conosciuto il gatto Gino?
Arnalda: Sono una fiorista ed abito poco distante dalla casa di Gino, dunque sono stata una delle prime persone a conoscerlo e ad affezionarmene, diventando ben presto la sua “seconda mamma”. Era un gatto molto particolare e abbastanza burbero che spesso veniva “ad alloggiare” in negozio e nella mia abitazione ed io, stando al mio approccio “vivi e lascia vivere”, ho assecondato i suoi comportamenti lasciandolo stare dove voleva. In pratica era già diventato il “Re” di questi spazi.
Raffaella: Inizialmente non sapevo chi fosse, e fu proprio lui un giorno ad essersi presentato direttamente nell’ufficio in cui ancora oggi lavoro. Aveva fiuto, quella creatura. Ben presto venni a sapere che era diventato frequentatore indisturbato di tutto il centro storico persicetano – dai negozi agli uffici, dai bar ai ristoranti, dai luoghi sacri a quelli istituzionali – nessun luogo aveva più segreti per lui.
Di lì a poco come si è venuto a creare il fenomeno di “Re Gino”?
Arnalda: Un giorno, per scherzo, dissi a Raffaella di aprire un apposito profilo Fb su Gino. Praticamente una sfida che lei colse al volo divertita. Io gli facevo delle foto e lei postava inventandosi delle storielle simpatiche.
Raffaella: Sì, ho creato un gruppo Facebook “Gino for President fans club”. Non avrei potuto avere una spalla migliore di Gino per dare slancio alla mia creatività e allegria! In pratica ho creato una finestra piacevole sul mondo fiabesco immaginando un regno governato da Gino, il nostro Re gatto, e mi sono autoproclamata Gran Ciambellona (con la O), divertendomi io per prima nel raccontare la vita del Regno. Poche regole ma ferree: solo notizie e foto del nostro beniamino, nessuno scontro, nessuna polemica, nessuna politica, ma solo un momento di genuina evasione goliardica.
Al crescere dell’attenzione è aumentata la comunità – sia reale che virtuale – di persone che si sono appassionate alle vicende di Gino, che effetto ha avuto?
Arnalda: Gino è stato un gatto anarchico che ha saputo unire intere comunità e ci ha fatto diventare quotidianamente più buoni.
Raffaella: Infatti anche televisione, radio e quotidiani non potevano non dedicargli attenzione… “il simpatico felino amato e ben voluto da tutti, che si aggirava in ogni dove” ha prodotto un certo effetto mediatico. E ciò ha contribuito ulteriormente alla sua notorietà che si è rapidamente diffusa oltre oceani e continenti raggiungendo Congo, Australia, Singapore, California, Messico. Intorno a lui si è creata, una grande e variegata comunità di persone: gente comune, commercianti, giornalisti, funzionari di Ministeri, personaggi pubblici, artisti ecc… Le sue storie hanno subito suscitato curiosità e creato condivisione, empatia e rispetto reciproco, al punto tale da permettere l’attivazione di alcune raccolte fondi per beneficenza (come la vendita di simpatici adesivi Recommended by Gino e la stampa di calendari fotografici, il cui ricavato è devoluto all’Enpa di Persiceto.)
Ora che “Re Gino” non c’è più (prematuramente scomparso), a Persiceto è stata inaugurata una statua che lo raffigura, ci spiegate i dettagli?
La scomparsa di Gino ha creato una sorta di smarrimento tra i suoi fans, oltre che dolore. E insieme alle (tante) persone affezionate, che fino all’ultimo ne hanno seguito ogni singola vicenda abbiamo deciso di proporre la realizzazione di una statua per commemorarlo. Su questo impulso (ricordiamo che altri animali sopravvivono nel ricordo della comunità attraverso opere a loro dedicate, come: Ettore a Viareggio, Tombili a Istanbul tra i gatti, Tago a Bologna, Pippo a Torre del Lago, Hachiko in Giappone, Bobby ad Edimburgo tra i cani) abbiamo fatto specifica proposta al Comune e poi attivato una raccolta fondi per dedicargli una statua. Io e Arnalda, sin da subito, non abbiamo avuto dubbi riguardo a chi commissionare l’opera, ovvero all’affermato scultore Claudio Nicoli, che ha accettato l’incarico offrendo la propria professionalità gratuitamente (il resto delle spese per il materiale è stato sostenuto da noi fans). La statua è stata inaugurata lo scorso 8 giugno, sotto al portico in Piazza del Popolo, alla presenza del Sindaco Lorenzo Pellegatti, dell’Ass. alla Cultura Maura Pagnoni, dello scultore Claudio Nicoli, del comico Vito e dei tantissimi presenti, provenienti da diverse regioni d’Italia (persino dalla Svizzera).
Ed infine la pubblicazione di un libro… insieme siete le autrici di: “Alla Corte di Re Gino” (Maglio Editore). Com’è stata l’esperienza di scrivere e rivivere le sue vicende?
Arnalda: Avendolo conosciuto molto bene, sono stata ben felice di poter raccontare alcune sue storielle (vere!). Una storia così dolce ed emozionante come quella di Re Gino, che ha unito oltre diecimila persone, non poteva limitarsi ad essere rappresentata solo da una statua, ma doveva essere ricordata col sorriso, attraverso le sue avventure…
Raffaella: Il giorno che ho deciso di buttarmi nell’avventura del libro, l’ispirazione era già presente in me, e mi è bastato trovare il “capo del filo” per srotolare l’intero gomitolo dei racconti e scegliere quali immagini sarebbero state le più adatte per rendere al meglio la sua storia.

[I proventi delle autrici del libro sono devoluti in beneficenza alla Fondazione Sant’Orsola, in favore di progetti a sostegno di bambini affetti da sindrome di Down, e ad Associazioni animaliste locali.]

Laura Palopoli

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