Volt Bologna: la salute dei lavoratori viene prima delle librerie

Nei giorni scorsi la richiesta di Matteo Salvini di riaprire le chiese a Pasqua ha ricevuto le critiche dall’ambiente politico, scientifico e anche quello ecclesiastico, che lo hanno accusato, a ragione, di fare propaganda sulla salute dei cittadini. Tuttavia, una nuova propaganda si è poi levata dall’ambiente politico opposto a quello salviniano, che con petizioni e appelli ha fatto pressione perché il governo stabilisse i libri quale bene di prima necessità e la riapertura delle librerie dal 14 aprile.

Nel paese europeo più colpito dalla pandemia di covid-19 e uno degli ultimi come numero di lettori, le librerie diventano un luogo sacro da riaprire in 4 giorni, senza nessun piano strutturato e senza essersi confrontati con chi si troverebbe in prima linea: i librai.

In una lettera aperta al governo, firmata da diverse centinaia di librerie indipendenti italiane che potete trovare a questo link (http://www.minimaetmoralia.it/wp/librai-non-simboli/) i librai italiani esprimono le loro perplessità, inascoltate, su questo improvviso cambio di strategia del governo, e chiedono conferme riguardo le disposizioni di sicurezza da adottare.

Come Volt Bologna ci uniamo all’appello lanciato dal libraio Arturo Balostro al presidente Bonaccini e alla vice presidente Elly Schlein durante un’intervista a Ètv che potete trovare a questo link (https://www.facebook.com/etvrete7/videos/564297174221677/).

Vogliamo avere chiarezza sulla situazione per evitare che, come già accaduto più volte durante questa crisi, interessi economici o di altro tipo vengano messi davanti alla tutela della salute dei lavoratori

‘La tutela dei lavoratori deve prevalere su tutto, la propaganda può aspettare’ è quanto affermano le coordinatrici di Volt Bologna, Emma Bacci e Silvia Spinelli

Silvia Spinelli
City Lead Volt Bologna

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